Cento anni fa nasceva uno dei più grandi protagonisti del Novecento italiano: il regista Federico Fellini. Nato il 20 gennaio del 1920 a Rimini da una famiglia umile (il padre era un rappresentante di liquori e la madre, di origine romana, casalinga), Fellini è considerato uno dei maggiori registi della storia del cinema: nell’arco di quasi quarant’anni – da Lo sceicco bianco del 1952 a La voce della Luna del 1990 – ha “ritratto” in decine di lungometraggi una piccola folla di personaggi memorabili. Definiva se stesso “un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo“. Ha lasciato opere ricche di satira e velate di una sottile malinconia, caratterizzate da uno stile onirico e visionario. I titoli dei suoi più celebri film – La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8½ e Amarcord – sono diventati dei topoi citati, in lingua originale, in tutto il mondo.
I suoi film La strada, Le notti di Cabiria, 8½ e Amarcord hanno vinto l’Oscar al miglior film straniero. Candidato 12 volte al Premio Oscar, per la sua attività da cineasta gli è stato conferito nel 1993 l’Oscar alla carriera. Ha vinto inoltre due volte il Festival di Mosca (1963 e 1987), la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1960 e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985.
Pur se nato a Rimini, la sua vita si legò ben presto a Roma: figlio di Ida Barbiani, originaria del quartiere Esquilino, giunge ben presto, già nel 1939, nella Capitale, andando a vivere in zona San Giovanni. Esordisce come fumettista, poi dal 1941 inizia con la radio: viene chiamato a collaborare con l’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche (EIAR), avviando una breve stagione come autore radiofonico. Per quanto meno nota rispetto all’opera cinematografica, l’attività radiofonica di Fellini è importante poiché segna il suo esordio nel mondo dello spettacolo, nonché l’inizio del sodalizio artistico e affettivo con Giulietta Masina. Il resto, è storia.