Il ribaltone al vertice sembra portare fortuna alla Federcasse, l’organizzazione che raccoglie la maggior parte delle Bcc del Paese. Dopo la Waterloo che è seguita alla riforma e che ha portato alla spaccatura verticale del movimento e alla probabile formazione non di un solo gruppo ma addirittura di tre (la Federcasse, la Cassa Centrale Banca guidata dalle Bcc del trentino,e il gruppo di quasi tutte le Bcc dell’Alto Adige), nei giorni scorsi c’è stato il cambio della guardia e dopo un quarto di secolo il presidente nazionale Alessandro Azzi s’è dimesso pur restando alla guida della Bcc del Garda e della Federcasse della Lombardia.
Al posto di Azzi è stato nominato nuovo presidente della Federcasse Augusto Dell’Erba, che era il vicepresidente e che è presidente del Fondo temporaneo di garanzia del credito cooperativo. E’ presto per dire che cosa cambierà nella gestione e nella strategia della Federcasse con l’arrivo al vertice di Dell’Erba ma è un fatto che proprio in questi giorni sono arrivate le conferme dell’adesione alla Federcasse e all’Iccrea, che è il suo braccio operativo, della Bcc di Roma, che è la maggior Bcc d’Italia per totale attivo, e della Bcc di Alba e delle Langhe, che è la seconda. Non aderirà invece la terza Bcc d’Italia, la Bcc di Cambiano, che dalla Federcasse aveva divorziato più di trent’anni fa e che ora è uscita dal credito cooperativo scegliendo la way out e trasformandosi in spa attraverso la fusione con Banca Agci.