E’ bastata una telefonata per sparigliare le carte in casa Fed. Lawrence Summers, ex segretario del Tesoro e fidato consigliere di Obama, ha abbandonato la corsa alla presidenza della Federal Reserve. Lo ha fatto, domenica mattina, chiamando direttamente il presidente degli Stati Uniti e, successivamente, con una lettera in cui spiegava il motivo della sua decisione: “Ho concluso, seppur a malincuore, che una mia conferma sarebbe causa di astio e non farebbe gli interessi della Fed, del Governo e, in ultima istanza, della ripresa economica della nazione”.
Summers, considerato la prima scelta nella corsa per la successione a Ben Bernanke, è stato osteggiato da diversi esponenti liberal e da gruppi per il rispetto dei diritti delle donne, oltre che da alcuni membri della Commissione bancaria del Senato. Questo per il suo ruolo durante la crisi finanziaria e per le politiche svolte quando era ministro del Tesoro che, secondo alcuni, hanno poi contribuito al crack di alcune banche nel 2008.
Dopo il colpo di scena, la pole position resta a Janet Yellen, attuale vicepresidente della Federal Reserve, che è riuscita a conquistare il supporto dei Democratici al Congresso e degli economisti. Ma i continui endorsement nei suoi confronti sembrano aver infastidito il presidente – fa notare il Wall Street Journal – e potrebbero bruciare la candidatura.
Gli aspiranti numero uno, in realtà, sono numerosi. Il Governo ha già sondato la disponibilità di altri nomi forti. Ecco la lista completa.
JANET YELLEN
Vicepresidente della Fed dall’ottobre 2010, è considerata dai mercati finanziari il principale contendente. In precedenza, è stata la presidente del Council of Economic Advisers durante l’era Clinton (anni Novanta) e ha occupato diverse posizioni alla Federal Reserve, inclusa quella di governatore.
Laureata in Economia a Yale e studentessa del premio Nobel James Tobin, consigliere di Kennedy e Johnson alla Casa Bianca, Yellen è stata un’accanita sostenitrice delle “politiche del denaro facile” della Fed. Il suo coinvolgimento in queste operazioni la potrebbe avvantaggiare, dato che sa come funzionano e come possono essere cambiate. Ma ci sono anche alcune debolezze: mancanza di esperienza nei mercati, in particolare quando questi sono nervosi. Potrebbe diventare la prima donna alla guida della banca centrale-
TIMOTHY GEITHNER
L’ex segretario al Tesoro Timothy Geithner era uno dei più fidati consulenti economici di Obama e vanta una lunga esperienza alla Fed. E’ stato il capo della banca centrale a New York durante la crisi finanziaria ed è stato sempre vicino a Bernanke. Ha una lunga lista di contatti nel mondo del business e, in particolare, nei governi stranieri.
Alcuni liberal lo considerano troppo vicino a Wall Street, accusa che lui ha sempre rigettato. I conservatori sono invece divisi: alcuni dicono che era troppo incline al rialzo delle tasse, altri sono disponibili a lavorare con lui se necessario. Geithner, specializzato in Economia internazionale e studi sull’est asiatico, ha fatto comunque sapere di non essere interessato alla successione.
ROGER FERGUSON
Presidente e amministratore della TIAA-CREF, l’organizzazione no profit che offre servizi finanziari e pensioni nel settore accademico, medico e culturale, Ferguson è laureato a Harvard in legge ed economia ed è stato il vice della Fed durante la presidenza di Alan Greenspan.
Ha di fatto guidato la Federal Reserve durante gli attacchi terroristici dell’11 settembre, mentre Greenspan era all’estero. Durante gli anni passati alla banca centrale, ha avuto un forte ruolo nel delineare le nuove regole Basilea 2 per le banche multinazionali. Norme che tuttavia sono state modificate dopo la crisi finanziaria, con la preoccupazione che l’attività bancaria fosse diventata troppo rischiosa e minacciasse il settore finanziario. Ferguson vanta una vasta esperienza con le istituzioni finanziarie e i regolatori stranieri.
Sarebbe il primo afro americano a guidare la Fed.
DONALD KOHN
Ex vice alla Fed, Kohn è attualmente membro del comitato politiche finanziarie della Bank of England. E’ stato uno dei protagonisti della banca centrale durante la crisi finanziaria, in qualità di consulente chiave di Bernanke per le decisioni critiche su tassi di interesse, programmi di salvataggio e crollo di giganti come Bern Stearns e Lehman Brothers. Ha lasciato la Federal Reserve nel 2010.
Precedentemente, è stato a lungo consigliere politico di Alan Greenspan. Kohn è stato oggetto di critiche per il suo appoggio ai bassi tassi di interesse prima del boom immobiliare.
STANLEY FISCHER
Stanley Fischer, accademico di fama internazionale, è stato capo economista alla Banca Mondiale e vice direttore gestionale presso il Fondo Monetario Internazionale. Si è da poco dimesso da numero uno della banca centrale di Israele. E’ arrivato a Tel Aviv nel 2005, quando l’economia si stava riprendendo dalla recessione. Cittadino americano nato in quello che oggi è lo Zambia, è stato il primo non israeliano a occupare quel ruolo.
I banchieri centrali di tutto il mondo hanno fatto molta attenzione alle mosse di Fischer durante la crisi finanziaria, in particolare alle sue politiche relative all’offerta di moneta.
WILLIAM DUDLEY
Wllliam Dudley, laureato in economia a Berkeley, è stato a capo dell’ufficio mercati della Fed di New York durante la crisi. E’ stato un sostenitore delle politiche monetarie aggressive. In precedenza, Dudley è stato capo economista presso Goldman Sachs.