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Fed: rialzo dei tassi a dicembre, ma l’euro sale

FIRSTonline

La maggioranza dei membri della Fed è a favore dell’aumento dei tassi entro la fine dell’anno. Ma una parte del board , emerge dai verbali dell’ultima riunione, non nasconde i dubbi generati dall’inflazione che non accenna a ripartire nonostante i progressi della crescita e dell’occupazione.

Il nervosismo suscitato dal “mistero” dei prezzi non ha turbato gli operatori di Wall Street, già concentrati sulla festa odierna del Ringraziamento, ma la prospettiva di una Fed più incerta e soft del previsto a proposito del costo del denaro ha pesato sulle obbligazioni (il rendimento del T bond biennale è sceso di cinque punti a 1,727%) e sul dollaro, in calo stamane sull’euro a 1,1834.

Anche l’oro, risalito a 1.290 dollari l’oncia, testimonia l’ombra di incertezza che ha offuscato la fiducia dei mercati dopo la pioggia dei rialzi. Ma di questo le Borse se ne occuperanno più avanti, dopo il week end lungo che oggi coinvolge anche il Giappone, test decisivo per le spese di Natale, il vero test sulla fiducia dei consumatori.

I riflettori sono tutti per l’Europa, alle prese con dati non banali: l’ultima lettura del Pil tedesco del terzo trimestre, gli indici Pmi dell’Eurozona e le minute dell’ultimo meeting della Bce.

ASIA PIATTA, NASDAQ NUOVO RECORD

Meteo Borsa segnala stamane calma piatta sull’Asia, priva dell’apporto degli operatori Usa ed orfana di Tokyo. L’indice Asia Pacific segna un modesto progresso dello 0,15%. Stessa variazione a Hong Kong.

Poco mossa Wall Street, anche se nel corso della seduta il Nasdaq (+0,07%) ha di nuovo ritoccato il record a 6.867,36. In lieve calo Dow Jones (-0,27%) e S&P 500 (-0,08%).

JOHN DEERE DÀ LA CARICA A CNH INDUSTRIAL

Si fanno segnalare solo le telecom, sostenute dalla svolta delle regole sulla Net security: Verizon sale del 2%, AT&T +1,6% si consola in parte dello stop dell’Antitrust alla fusione con Time Warner.

In caduta Hewlett Packard (-7,2%): dopo i deludenti dati di bilancio la Ceo Meg Whitman ha rassegnato le dimissioni dal prossimo febbraio.

Le note più positive sono arrivate da John Deere (+4,3%) dopo il forte aumento dei profitti. La buona congiuntura del colosso delle macchine agricole ha contagiato Cnh Industrial, in salita dello,27% dopo un avvio negativo a Piazza Affari.

CALANO LE SCORTE, SALE L’OIL. ENI +0.29%

In salita il petrolio: il Brent +0,6% a 62,8 dollari, Wti a 58,02 con un incremento di 1,19 dollari. Le scorte settimanali in Usa sono scese più del previsto di 1,8 milioni di barili. A Piazza Affari Eni +0,29%, Saipem -0,34%, Tenaris -0,56%.

PIAZZA AFFARI CHIUDE IN PARITÀ, VOLUMI IN CALO

Seduta volatile per le Borse europee. Complice il clima già festivo negli Usa, alla vigilia del giorno del Ringraziamento, i volumi non sono stati particolarmente significativi. A Milano l’indice Ftse Mib ha terminato a -0,05%, a quota 22.315 punti, lontano dai massimi di giornata. Poco mosso il Cac40 a Parigi (-0,20%).

In forte ribasso al Dax30 a Francoforte, in calo dell’1,16% di fronte allo stallo politico per la formazione del nuovo governo. La Borsa di Madrid limita il guadagno allo 0,21%, miglior listino europeo, seppur in flessione rispetto al +1% del primo pomeriggio. Positiva anche Londra (+0,10%).

SALE LA FIDUCIA. LA UE: NON TOCCATE LE PENSIONI

La fiducia dei consumatori della zona euro a novembre è cresciuta al livello più alto in diciassette anni secondo la prima stima della Commissione Europea. Il morale dei consumatori è aumentato a 0,1 dal -1,1 rivisto di ottobre, oltre la previsione media degli economisti sentiti da Reuters per -0,8. Si tratta della prima lettura positiva dell‘indice da gennaio 2001.

La Commissione europea, come previsto, ha inserito l’Italia tra i cinque Paesi che rischiano di non rispettare il Patto di stabilità nel 2018. I commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici invitano a non toccare le pensioni ed insistono per un aggiustamento dello 0,3% del Pil, ma non minacciano per ora la procedura di infrazione. Se ne riparlerà in primavera. Per il Mef, il dialogo con la Ue permetterà di evitare nuove misure.

SCENDE ANCORA LO SPREAD. IN OFFERTA SOLO 2 MILIARDI DI CTZ

Chiusura poco sopra la parità per il mercato obbligazionario italiano. Lo spread Btp/Bund 10 anni si è attestato a 141 punti base (da 142) della chiusura di ieri, confermandosi sui minimi da poco più di un anno. Il tasso del decennale italiano ha chiuso a 1,764% da 1,788%.

Sostegno al mercato è arrivato dal buyback operato dal Tesoro, che ha riacquistato 5,5 miliardi di euro di cinque titoli con scadenze comprese tra il 2018 e il 2021. Ad appesantire il mercato europeo, soprattutto quello tedesco, hanno contribuito le dichiarazioni di segno restrittivo del membro del board Bce Benoit Coeurè, che ha detto di aspettarsi che la Bce elimini l’impegno a proseguire il quantitative easing fino a quando l’inflazione non si muoverà verso il target.

Il ministero dell‘Economia italiano ha annunciato che metterà a disposizione tra 1,5 e 2 miliardi di euro in Ctz ottobre 2019 nell‘asta in agenda lunedì 27 novembre. Non si terrà invece l’asta di Btpei vista l‘ampia disponibilità di cassa. Oggi saranno comunicati i dettagli dell’asta di Bot semestrali mentre domani saranno forniti i dettagli del collocamento a medio di lungo in agenda mercoledì 29.

EQUITA: LA RACCOLTA DEI PIR SALIRÀ A 11 MILIARDI

Sembra intanto inarrestabile la marcia dei Pir. Equita Sim, che a inizio anno stimava appena 1,6 miliardi di raccolta netta, ha rivisto per la seconda volta al rialzo gli obiettivi. A maggio la stima era già salita a 10 miliardi euro e ieri l’asticella è stata alzata a quota a 11 miliardi. La revisione segue infatti l’aggiornamento trimestrale di Assogestioni, che ha comunicato che nel terzo trimestre la raccolta netta è stata pari a 2,2 miliardi, per un totale da inizio anno di oltre 7,5 miliardi.

NATIXIS: A QUESTI PREZZI LEONARDO È UN AFFARE

Sotto i riflettori il rimbalzo di Leonardo (+2,6%), la miglior blue chip di Piazza Affari. Per gli analisti di Natixis, la caduta verticale delle quotazioni è una occasione da sfruttare. Il broker ha infatti alzato il giudizio a Buy da Neutral con un target price abbassato a 13 euro da 14 euro. L’upside potenziale è intorno al +25%. Il gruppo ha tagliato gli obiettivi al 2017 per quanto riguarda i ricavi, l’utile lordo e gli ordini, mentre i dati del terzo trimestre sono di parecchio sotto le previsioni.

Malgrado la delusione dei conti, il consenso Bloomberg non registra alcuna raccomandazione di vendere. Su 17 analisti, otto suggeriscono di comprare, 9 di tenere. Il target medio è fissato a 14,0 euro.

INTESA FA CASSA CON ALLFUNDS

Rialza la testa il settore bancario con l’eccezione di Creval e Carige, sotto aumento di capitale. L’indice Eurostoxx del comparto sale dello 0,6%.

Avanzano i Big: Unicredit +1%, Intesa +1,8%. L’istituto guidato da Carlo Messina ha perfezionato la cessione del 50% in Allfunds Bank ai fondi di Hellman & Friedman, investitore leader nel private equity, e a Gic, il fondo sovrano di Singapore, per un corrispettivo in contanti pari a circa 930 milioni di euro. Ubi Banca +0,7%, Mediobanca +1,3%. In calo Banco Bpm (-0,7%).

PARTE IN SALITA L’AUMENTO CARIGE, DEBOLE CREVAL

Nel mirino Carige, -6% nel giorno d’avvio dell’aumento di capitale che prevede l’assegnazione di 60 nuove azioni a 1 centesimo ogni diritto d’opzione posseduto. L’applicazione di nuove regole contabili internazionali potrebbe comportare “rilevanti” effetti negativi sui risultati finanziari e sul bilancio. È quanto emerge da una sintesi del prospetto sull’aumento di capitale pubblicato dalla banca genovese, che riporta anche una stima intorno a 51,7 milioni di euro, ante imposte, per il costo totale di emissione delle nuove azioni.

La mancata esecuzione, anche parziale, del piano di ricapitalizzazione, secondo i vertici di Carige, potrebbe comportare rischi di continuità delle attività della banca. Infine, non si dispone del capitale circolante utile a garantire le esigenze attuali e quelle dei prossimi 12 mesi.

Credito Valtellinese -2%. Per l’aumento di capitale da 700 milioni della banca valtellinese sono in corso contatti per definire un consorzio di garanzia che ha già ricevuto pieno sostegno dai principali azionisti. Oltre alla ricapitalizzazione la banca ha annunciato un piano industriale fino al 2020 che prevede cessioni per oltre 2 miliardi di crediti deteriorati con l’obiettivo di risolvere definitivamente la questione Npl. Il primo azionista è Denis Dumont, con poco meno del 6% della banca, l’unico sopra la soglia rilevante del 3%.

Monte Paschi +1,4%. Il ministero dell’Economia ha presentato una lista di dodici nomi per il nuovo Cda del Monte dei Paschi che sarà eletto dall’assemblea del prossimo 18 dicembre. Il capolista è il presidente Alessandro Falciai che sarà quindi proposto all’assemblea per la nomina a presidente.

ENEL FRENA DOPO I MASSIMI. TELECOM IN RIPRESA

Sul titolo Enel (-0,93%) hanno prevalso le vendite a fine seduta, dopo il +2,6% della vigilia. La correzione è partita a ridosso dei massimi degli ultimi otto anni (5,44 euro). I broker hanno però premiato gli obiettivi del nuovo piano industriale. Banca Imi ha confermato la raccomandazione Add (incrementare) portando il target a 5,80 euro da 5,70 euro. Kepler ha confermato il Buy, alzando il target a 6,0 euro da 5,80 euro. Buy anche per Goldman Sachs (target a 6,20 euro da 6,10). Mediobanca ha confermato il giudizio Hold, alzando il target a 5,50 euro da 4,30 euro.

Telecom Italia +1,3%. Mediobanca Securities,ha confermato la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 1,3 euro. L’ad del gruppo, Amos Genish, ha dichiarato di essere “in piena collaborazione con il Governo riguardo alle implementazioni del golden power”. Il Ceo ha inoltre affermato: “Siamo aperti a collaborare con chiunque per aiutarci a costruire la spina dorsale di cui c’è bisogno nel Paese che è fatta dalla fibra, dal 5g, da software, applicazioni e b2b”.

NUOVE COMMESSE, OSSIGENO PER ASTALDI

Al di fuori del paniere principale ha preso il volo Astaldi (+12,7%). Dopo le indiscrezioni sul possibile ingresso di un nuovo socio, il titolo ha accelerato ulteriormente alla notizia delle nuove commesse. Il gruppo si è infatti aggiudicato tre nuovi contratti di costruzione, per 400 mln euro circa in quota propria, riferiti a progetti in Cile, Polonia e Honduras.

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