“L’Italia è una possibile fonte di rischio, una di quelle che potrebbero innescare tensioni in qualunque momento”. Nel suo intervento di mercoledì all’Economic Club di New York, il numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dedicato poche, preoccupate parole al confronto, per ora senza sbocchi, tra il governo italiano e la Commissione europea. Le posizioni restano assai lontane se non antitetiche.
Il vicepremier Luigi Di Maio ha ribadito la volontà di dialogo con Bruxelles “ma senza tradire le promesse, sennò saremmo come tutti gli altri”. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ribadisce, dal canto suo, che il governo sta valutando “attentamente” se sia possibile trovare “spazi finanziari” che permettano di ridurre il deficit, indicato nel 2019 al 2,4% del Pil, senza compromettere l’esigenza di sostenere la crescita. Ma i margini, come ha ammonito il vicepresidente Ue, Valdis Dombrovskis, sono molto stretti.
Secondo Die Handelsblatt, la Commissione intende avviare un procedimento sanzionatorio contro l’Italia nella riunione del 19 dicembre. Di qui un clima di tregua precaria sia per i listini azionari che per le obbligazioni, in attesa del vertice di Buenos Aires.
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OLTRE A CONOSCERE L'INGLESE BISOGNA PERO' ANCHE CAPIRE L'ITALIANO. Nell'articolo, al di là dei titoli necessariamente sintetici, si fa chiarissimamente riferimento alla preoccupazione, espressa da Powell, sulla trattativa tra la Ue e l'Italia sulla manovra che per ora non ha avuto sbocchi concreti.
Mi sa che avete qualche problema con l'inglese. Powell non ha detto che l'Italia è un rischio per tutti: ha detto che la controversia tra Italia e Commissione europea è un fattore di rischio per le altre economie, e se non vedete la differenza tra questo e quello che avete scritto allora prenotate una visita da un buon oculista. C'è già abbastanza giornalismo cialtrone e non sentiamo la necessità di aumentarlo ogni giorno!