Il grande freddo è caduto sui listini azionari. Dopo la Cina e gli Emergenti, anche la locomotiva Usa mostra segni di cedimento. E i mercati ne hanno preso atto. La Borsa di Tokyo, ad un ora dalla chiusura perde il 3,8 %, Hong Kong oltre il 2,5%. Si salva Shanghai, chiusa per festività fino a giovedì.
Wall Street, impegnata a digerire il tapering, ha reagito con un ribasso altrettanto violento. A fine seduta l’indice Dow Jones ha perso il 2,08%, lo S&P 500 circa il 2,2% e il Nasdaq il 2,61%.
Sotto la pressione dei dati in arrivo dagli Usa l’Europa ha perso colpi nel pomeriggio: gli indici di Parigi e Francoforte perdono l’1,3%, Madrid -2%, Londra -0,6%. In Europa l’indice Stoxx delle banche è il peggiore con un calo del 2,5%. A Milano, la Borsa peggiore in Europa, l’indice FtseMib è finito in ribasso del 2,6%, con forti arretramenti per tutte le blue chip e in particolare per le banche.
Si indebolisce il dollaro a 1,353 contro l’euro, ed il petrolio: Wti a 96,8 dollari al barile (-0,8%), Brent a 105,6 dollari (-0,7%). Si riprende invece l’oro, in rialzo dell’1,6% a 1.264 dollari l’oncia.
INDUSTRIA USA, IL TONFO PEGGIORE DEGLI ULTIMI 20 ANNI
I mercati hanno così accolto l’insediamento di Janet Yellen alla guida della Fed, con un messaggio drammatico. Le vendite sono state innescate dai dati dell’Ism, la versione americana del Pmi europeo , sceso di 5,7 punti a gennaio.
Si è trattato della peggiore performance dallo scorso maggio e della quarta volta negli ultimi 20 anni che l’indice è calato in un mese di oltre 5 punti. A condizionare il dato è stato il vortice polare che il mese scorso si è abbattuto sul Paese, ma non mancano altri segnali negativi: il calo degli ordinativi, soprattutto, il più ampio da 1980.
Intanto, a peggiorare il quadro , contribuisce il ritorno delle paure di un default: il tetto al debito, secondo il sottosegretario al Tesoro Jack Lew, deve essere alzato al più presto.
Intanto Ben Bernanke ha già trovato lavoro. L’ex presidente della Fed è entrato nei ranghi della Brooking Institution: si occuperà della ricerca di politiche “per sostenere una più solida ripresa dopo la grande recessione”.
BOND PERIFERICI , TIENE LA DIGA IN ATTESA DI DRAGHI
Il Vix, l’indice della volatilità, è balzato del 14,5% a 21,07 punti, massimi di almeno 13 mesi. Non stupisce perciò la risalita dei bonds dei Paesi leader: il T bond decennale risale al 2.60% e il Bund a 1.64% mentre la periferia ha perso un po’ del suo lustro, ma per il momento il debito sovrano della periferia tiene meglio dei mercati azionari.
Probabilmente la tenuta si deve con l’attesa di una qualche forma di intervento da parte della Bce giovedì prossimo, in occasione del direttorio. Dovesse Draghi deludere, la musica potrebbe cambiare.
Nel frattempo, ieri mattina il rendimento del governativo decennale del Portogallo ha segnato il nuovo minimo dal giugno 2010 al 4,94%. Lo spread decennale Italia/Germania oscilla intorno ai 220 punti base, con un rendimento del 3,77%, a pochissima distanza (3,75%) da quelli che per ora sono i minimi degli ultimi tre anni.
IN CALO ANCHE INTESA, MA LA BAD BANK PIACE
Le banche sono state penalizzate in tutta Europa (-2,6%) dai conti di Lloyds Banking Group (-3,5%), che ha rinviato il ritorno al dividendo. E soprattutto dai risultati deludenti di Julius Baer -6,6%, che fatica a digerire l’acquisto della divisione risparmio di Merrill Lynch.
A Piazza Affari le perdite più consistenti riguardano le banche Popolari: Banco Popolare-6,9%, Pop.Milano-4,3%, Pop.Emilia-6,9%, Ubi-5%. Pesa il richiamo del vicepresidente della Bce, Victor Constancio: gli aumenti di capitale, quando necessari, andranno eseguiti subito, prima degli stress test di ottobre.
Scende anche Intesa -2,84%, sostenuta in mattinata dalle anticipazioni del Financial Times sul progetto di una bad bank interna a cui sarebbero conferiti parte dei 55 miliardi di euro di prestiti in sofferenza. Unicredit -4%.
Giornata difficile anche per le assicurazioni. Generali ha perso il 2,4%. Mediobanca Securities ha abbassato sul titolo il rating a underperform da neutral, confermando il target price a 15 euro. Jp Morgan ha poi ridotto sull’azione il prezzo obiettivo a 20 euro da 21 euro, lasciando il rating invariato a overweight. UnipolSai-2,3%.
FCA: BENE CHRYSLER IN USA , MALE FIAT IN ITALIA
Giornata pesante per Fiat che lascia sul terreno il 3,5% nonostante i buoni dati di vendita di Chrysler (+8%) in America a gennaio. Ancora una volta Sergio Marchionne ha centrato la scelta del testimonial per lo spot del Superbowl: i social network traboccano di commenti sull’esibizione “patriottica” di Bob Dylan . A Wall Street sono in netto ribasso anche Ford (-3,1%) e General Motors (-1,6%).
Arriva un segnale positivo dalle immatricolazioni di auto in Italia a gennaio (+3,24%). Soffre però il gruppo Fiat, che ha visto un ribasso del 2,6% su anno a 33.304, con una quota di mercato al 28,27% dal 27,97% di dicembre 2013 e da 30,1% di gennaio 2013.
Fra i titoli industriali del listino milanese il migliore è Pirelli che ha perso solo lo 0,3%. Finmeccanica -3,2%, StM -2,9%.
SCIVOLA ENEL ALLA VIGILIA DEI CONTI. PER EQUITA E’ BUY
Snam +0,25% è stato l’unico titolo positivo sul paniere principale. Nessun settore è stato risparmiato dal ribasso: Enel -2,8%. Equita Sim ha alzato di 50 punti base il peso dell’azione nel proprio portafoglio principale, ribadendo la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 3,8 euro. Eni -2%, Telecom Italia -3%.
Pesanti anche Autogrill-3,1% e World Duty Free -6,5%, declassata da Citigroup a Neutral da Buy. Nuova seduta in rosso per il lusso: Tod’s ha segnato un calo del 3,26%. Equita Sim ha inserito l’azione nel portafoglio dei titoli “meno preferiti”. Sotto la parità anche Salvatore Ferragamo -3,87%, Luxottica -1,01% e Yoox -0,53%.
NEL MADE IN ITALY C’E’ CHI SORRIDE
Giornata positiva per alcuni campioni del made in Italy. De Longhi +4,43%. Per gli esperti di Equita Sim i ricavi preliminari del gruppo sono stati in linea alle attese, mentre l’outlook sul 2014 è più incoraggiante rispetto ai commenti rilasciati dopo i primi nove mesi. Bene anche Piaggio che ha guadagnato lo 0,79%,
Balzo in avanti di Amplifon +5,11%, con Banca Akros che ha alzato sul titolo la raccomandazione ad accumulate da hold e il target price a 4,6 euro da 4,1 euro. Sale anche Banca Profilo +1,75% . Il gruppo giovedì illustrerà alla comunità finanziaria il piano industriale 2014-2016 annunciato la scorsa settimana.
Vendite massicce su Molmed (-16,78%), che ha segnato una delle peggiori performance di tutta Piazza Affari. Il Cda ha deliberato di sottoporre all’assemblea straordinaria una proposta di riduzione del capitale sociale da 27 milioni di euro a 10,4 milioni euro, senza annullamento di azioni, e un aumento di capitale a pagamento per un massimo di 5 milioni. Le proposte sono state avanzate dopo perdite superiori ad un terzo del capitale sociale sottoscritto e versato.