Scende la fiducia dei tedeschi, sale la tensione in vista del referendum scozzese. Non meno importante, la scommessa sulle decisioni della Federal Reserve. Il cocktail,almeno in Europa, si traduce in un ribasso generalizzato.
Chiude in rosso Piazza Affari: indice Ftse Mib -0,30%, a 20.788 punti. Fanno peggio Parigi (-0,44%), Francoforte (-0,46%) e Londra (-0,36%).
Situazione tranquilla sul mercato dei titoli di Stato: il Btp è scambiato a un rendimento del 2,47%, poco mosso rispetto a ieri. Spread a quota 142 (+3 punti base).
I cali maggiori dei listini azionari in Europa riguardano le banche (Stoxx -0,7%) e i tech (-1,2%). L’unico indice in territorio positivo è quello dei petroliferi (+0,1%), sostenuto dal rimbalzo del greggio: il Brent sale del 2% a 98,6 dollari al barile, l’americano Wti (West Texas Intermediate) avanza dello 0,5% a 93,4 dollari.
In Piazza Affari Eni sale dell’1%, resta negativa Saipem -0,1%.
Forte ribasso nel finale per Telecom Italia (-2,94%). E’ l’effetto delle indiscrezioni su un possibile matrimonio tra Tim Brasil e il quarto gestore carioca, ovvero Oi. Al termine dell’operazione Tim Brasil avrebbe il 49% della jv. Ma i broker si domandano se la nuova società, gravata dal forte indebitamento di Oi, abbia senso. Il deal, insomma, può procedere solo con il sostegno di America Movil di Carlos Slim, ma l’antitrust potrebbe bloccare in quel caso l’operazione.
Bene Fiat (+1,3%) sull’onda delle dichiarazioni di Sergio Marchionne dagli Usa. Pirelli +0,43%. Fra le banche scendono in particolare Popolare Emilia (-2%) e MontePaschi (-2,9%).
Intesa arretra in chiusura dello 0,7%, Banco Popolare -1,75%. Meglio Unicredit in rialzo dello 0,32% dopo avere effettuato la cartolarizzazione di contratti leasing per 1,3 miliardi di euro: è la prima operazione di questo tipo dall’inizio della crisi.
Perdite consistenti fra i titoli del risparmio gestito: Azimut scende del 2,7% declassata da Equita, Mediolanum -2,8%.
Infine le utilities. Scende Enel -0,38%. Fa assai peggio A2A -2,13%, Stabile Enel Green Power.