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Fed e Grecia, le Borse suonano la ritirata

Giornata contrastata: Milano chiude in rosso, Atene crolla, bene Parigi e Londra – Pesano l’attesa per le decisioni americane ma anche le tensioni sulla vicenda greca – Anche Wall Street nel pomeriggio è in discesa – E lo spread risale sopra quota 110 – Banche sotto tiro – Perde terreno il petrolio.

Fed e Grecia, le Borse suonano la ritirata

Il timido recupero di Piazza Affari non ha avuto abbastanza energia per riportare il Ftse Mib in territorio positivo: il listino milanese chiude in calo dello 0,69%. Il clima di prudenza riguarda però tutte le principali piazze europee e i listini a stelle e strisce: da un lato la questione greca non pare essere a un punto di svolta, dall’altro c’è attesa per le parole di Janet Yellen di questa sera in attesa di capire quando si concretizzerà l’atteso rialzo dei tassi Usa.

I rendimenti dei Btp hanno già iniziato a reagire: il tasso è salito all’1,32% mentre lo spread con il bund è risalito a 113 punti base. Oggi la Germania ha collocato in asta 3,298 miliardi di Bund a 10 anni (scadenza febbraio 2025) con rendimento allo 0,25%, rispetto allo 0,37% del collocamento di febbraio, nuovo minimo storico. Nonostante i bassi rendimenti, la domanda è stata di 7,8 miliardi contro i 4 miliardi offerti.

Francoforte chiude comunque in negativo -0,5% mentre riescono a chiudere in territorio positivo Parigi che strappa un +0,07%, Madrid +0,20% e Londra che balza addirittura dell’1,54%. Il Governo ha rivisto al rialzo sul Pil 2015 prevedendo una crescita del 2,5% e del 2,3% nel 2016, così come nel 2017 e nel 2018. Tuttavia, ha detto il premier Osborne, la crisi greca potrebbe essere “molto dannosa” per la Gran Bretagna.

Atene perde il 4,13%: il timore, come detto, è che l’accordo sul debito sia lontano. Indiscrezioni indicherebbero che i funzionari del Fondo Monetario Internazionale, che stanno trattando al fianco di quelli della Commissione europea e della Bce, con il Governo di Alexis Tsipras, hanno definito Atene poco collaborativa.

Nel frattempo Mario Draghi ha inaugurato la nuova sede della Bce a Francoforte in un clima di tensione per le strade della città assediate da violente proteste e scontri tra la polizia e i manifestanti scesi in piazza per un’Europa più solidale. La Bce, ha detto Draghi, è diventata “l’obiettivo principale delle critiche da parte di coloro che si sentono frustrati dalla situazione” in Europa, ma queste critiche sono “forse ingiuste” poiché l’azione della Bce “mira proprio a mitigare l’impatto” della crisi sui cittadini europei.

Oggi la Banca centrale svedese ha deciso, a sorpresa, un ulteriore allentamento della politica monetaria, collegandolo al rialzo della corona: ha abbassato il principale tasso di riferimento di 0,15 punti percentuali, portandolo da -0,10% a -0,25% e ha aumentato il volume del programma di allentamento quantitativo, tramite l’acquisto di titoli di Stato, portandolo da 10 miliardi a 30 miliardi di corone (3,2 miliardi di euro circa).

In Asia le Borse hanno chiuso in rialzo con Shanghai ai massimi degli ultimi sette anni (+2,31% a 3.577,30 punti, ai massimi da metà maggio del 2008) e Hong Kong +0,91%. In attesa della Fed, Wall Street è partita in calo. Alla chiusura dell’Europa il Dow Jones cedeva lo 0,68%, l’S&P500 lo 0,38%.

Il petrolio continua a perdere terreno -2,25% a 42,28 dollari al barile. Ad appesantire il greggio il dato sulle scorte settimanali americane che sono cresciute decisamente più delle attese e arrivate su nuovi massimi record.

A Piazza Affari le vendite colpiscono le banche: Banco popolare -2,61%, Intesa Sanpaolo -2,58%, Unicredit -2,25%, Ubi -1,43%, Mps -0,61%, Bpm -1,91%. Ma la peggiore performance del Ftse Mib la registra Telecom italia -3,26% dopo la smentita di trattative da parte di Orange. Male anche Fca -2,84% e Finmeccanica -2,84% che oggi ha diffuso i conti 2014 che hanno comunque mostrato il ritorno all’utile e sono risultati superiori alle attese. 

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