l timore che i danni economici da pandemia si faranno sentire ancora a lungo e le osservazioni delle banche centrali frenano i mercati, mentre le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti tornano sopra il milione e confermano che una ripresa stabile è ancora lontana. I listini europei chiudono in rosso, anche se i colossi tecnologici di Wall Street non conoscono crisi e Apple, che ieri ha toccato per la prima volta i 468,65 dollari, spingendo la capitalizzazione oltre i 2.000 miliardi, si muove attualmente in rialzo oltre quella soglia.
Piazza Affari perde l’1,44%, fermandosi a 19.766 punti, con banche, titoli industriali e petroliferi in vendita. Si salvano i titoli farmaceutici, Diasorin +0,43% e Recordati +0,13%. Galleggia Ferrari +0,09%. Il copione è simile a Francoforte -1,2%, Parigi -1,3%, Madrid -1,4%, Londra -1,6%.
L’avvio è stato negativo a New York, ma dopo le prime ore di scambi il movimento è in recupero. Lo S&P 500 è positivo, anche se l’indice delle compagnie aeree S&P 1500 è in calo dopo che American Airlines ha rivelato di voler sospendere i voli verso 15 aeroporti degli Stati Uniti a ottobre, in un quadro in cui la domanda resta scarsa. Il Nasdaq è addirittura in zona record. Ci si muove fra sentimenti contrastanti. Speranza in una ripresa dei colloqui Usa-Cina, timori per le prospettive della pandemia e delusione dalle banche centrali.
Ieri la borsa americana, che ha corso per gran parte della seduta, ha cambiato segno nel finale dopo la pubblicazione dei verbali dell’incontro della Federal Reserve del 28-29 luglio. Secondo molti componenti del Fomc “l’attuale crisi peserà duramente sull’attività economica, sull’occupazione e sull’inflazione nel breve periodo, ponendo rischi considerevoli all’outlook economico di medio termine”. C’è quindi la necessità di maggiori aiuti per famiglie e imprese, che il Congresso però non è riuscito ad approvare per la distanza di vedute tra repubblicani e democratici. Oggi d’altra parte, nei verbali della Bce relativi alla riunione del 15-16 luglio si legge che le condizioni dei mercati finanziari “hanno continuato a normalizzarsi”, ma “restano più rigide e più fragili rispetto a prima della pandemia”.
“Ci sono stati ulteriori guadagni sul mercato azionario e un restringimento degli spread sull’obbligazionario, in parte controbilanciati da un apprezzamento dell’euro”. La calma dei mercati finanziari “può essere legata all’aspettativa di un prolungamento delle misure e delle politiche di supporto”, ma “i recenti sviluppi positivi dei mercati non sono completamente sostenuti da dati macroeconomici e potrebbero essere basati su aspettative eccessivamente ottimistiche sui pacchetti di emergenza del Consiglio europeo e sui progressi nello sviluppo di un vaccino”.
Sul mercato valutario l’euro è in ripresa sul dollaro a 1,185, con il biglietto verde che soffre i dati sulla disoccupazione. Le richieste di sussidi della scorsa settimana sono arrivate a 1,106 milioni, contro attese per 923.000. La soglia del milione, mai raggiunta prima della crisi provocata dal Covid, era stata superata per 20 settimane consecutive, prima del calo della settimana terminata l’8 agosto.
Il petrolio è debole, fiaccato dai timori su un calo della domanda a fronte di un eccesso di offerta. Il Brent perde l’1,28% e tratta a 44,79 dollari al barile. L’oro spot è in progresso dello 0,6% a 1942,07 dollari l’oncia, ma lontano dai 2000 dollari superati tempo fa. Argento in spolvero: +1,38%, 27,094 dollari. Sul principale listino di Piazza Affari le maggiori perdite sono per Atlantia -3,37%; Cnh -2,64%; Pirelli -2,3%; Buzzi -2,4%; Italgas -2,56%.
I cali delle banche sono guidati da Mediobanca -2,25% e Banco Bpm, -2,22%, dopo i recenti guadagni. Fra i petroliferi è pesante il bilancio di seduta di Eni -2,37% e Tenaris -2,21%. Sul secondario è in lieve rialzo lo spread a 141 base, al termine di una seduta con pochi volumi. Il rendimento del decennale italiano scende leggermente a 0,92%. Meglio il Bund, -0,50%.