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Fed e Bank of Japan fanno felici i mercati e confermano la pioggia di liquidità. Milano inizia cauta

FIRSTonline

DOPO LA FED ANCHE TOKYO PROLUNGA GLI STIMOLI
BOOM DI FACEBOOK: +14% NEL DOPO BORSA

La pioggia di denaro, da Washington a Tokyo, non si ferma.

Ieri sera il Fomc, braccio di politica monetaria della Banca centrale statunitense, ha deciso come previsto di mantenere invariati gli acquisti di titoli sul mercato a 85 miliardi di dollari al mese. In linea alle attese anche la decisione di lasciare i tassi di interesse a un range tra lo 0 e lo 0,25%, il minimo storico a cui erano stati portati nel dicembre 2008.

Stamane la Banca del Giappone ha confermato l’obiettivo di creare massa monetaria per 700 miliardi di dollari per il prossimo anno, ovvero un un’inizione tra i 60 e i 70 mila miliardi di yen nell’intento di riportare il tasso di inflazione al 2%. Imoresa titanica visto che l’indice dei prezzi è fermo allo 0,9%.

Gli stimoli monetari non hanno sorpreso i mercati: è prevalasa la regola del “vendi sulla notizia”.

A Tokyo l’indice è sotto di un punto percentuale, così come Hong Kong.

Dopo l’annuncio del Fomc i listini azionari statunitensi hanno lievemente ridotto le perdite per poi riprendere la discesa: l’indice Dow Jones ha chiuso con un calo 0,4% a 15.616,9, l’S&P 500 ha ceduto lo 0,5% a 1.763 e il Nasdaq lo 0,55% a 3.930,62.

A dare i brividi ai mercati ci ha pensato Facebook. I conti trimestrali del social newoek sono assai migliori del previsto: l’utile trimestrale per azione è di 25 cent (contro i 19 previsti) grazie al boom della pubblicità sui cellulari, busness che rappresenta ormai circa la metà del fatturato . L’utile netto è stato di 425 milioni di dollari su un fatturato di 2,02 miliardi, rispetto a una perdita di 59 milioni di dollari nello stesso periodo dell’anno scorso.

Il titolo Facebook, negli scambi del dopo Borsa è schizzato su del 14%.

Twitter approda in tribunale prima che a Wall Street. La società avrebbe congeniato una vendita privata delle sue azioni, senza portarla a termine, solo per assicurarsi un prezzo più alto nel prossimo sbarco in borsa. Due società si ritengono defraudate per la possibilità di acquisto poi sfumata e hanno denuciato oggi il fatto. Il tentativo potrebbe costare 24,2 milioni di dollari di riarcimento e 100 milioni di multa. 

MILANO DEBOLE. BENE I BTP, MEGLIO I BONOS

Seduta debole per gli indici europei in attesa del Fomc. Londra ha terminato la seduta in parità, Parigi -0,1%, Francoforte -0,13%, Madrid è scesa dello 0,86%.

Chiusura negativa anche per la Borsa di Milano con l’indice FtseMib che arretra dello 0,47%.

Conclusione decisamente positiva della tornata d’asta di fine mese, che ha visto rendimenti in calo e buona domanda su Btp a 5 e 10 anni.

Ma l’atmosfera si è guastata nel pomeriggio: lo spread Btp/Bund sul tratto a dieci anni si è allargato da 241 fino a 251 punti base, massimo da circa tre settimane. In chiusura il rendimento del decennale benchmark italiano è a 4,188% dal 4,149% della chiusura di martedì.

Si è allargato intanto a 12 punti base il differenziale rispetto all’analogo Bono, che rende 4,068%. Ieri la Spagna ha reso noto il dato preliminare sul Pil del terzo trimestre che mostra un +0,1%, il primo rialzo dall’inizio del 2011. L’Istat ha al contrario confermato che il terzo trimestre dovrebbe segnare ancora un Pil in calo, seppur in via di riduzione.

BRASILE AMARO PER FIAT. INTANTO VOLKSWAGEN +4,9% VOLA

Piazza Affari ha invertito ieri la rotta davanti al profit warning di Fiat. Il titolo è caduto a piombo fino alla sospensione per eccessivo scostamento di prezzi, ha poi recuperato gradualmente fino a terminare la seduta in ribasso del 2,3%.

Fiat ha corretto al ribasso le stime sul 2013: trading profit a 3,5/3,8 miliardi di euro, rispetto alla precedente indicazione di 4/4,5 miliardi; utile netto compreso fra 900 milioni di euro e 1,2 miliardi (contro 1,2/1,5 miliardi). Nel terzo trimestre il gruppo ha registrato un risultato della gestione ordinaria a 816 mln euro (contro i 915 previsti). L’utile netto è stato pari a 189 mln, anch’esso sotto le previsioni del mercato. Il debito è salito a 8,3 mld (a fine anno è visto tra 7 e 7,5 mld). Pesa la debolezza del Brasile e il minor contributo al consolidato di Chrysler, penalizzata dall’effetto camb.

A proposito delle trattative con il sindacato Usa sul 41,5% della casa di Detroit l’ad Sergio Marchionne ha detto: “Stiamo andando avanti con l’Ipo, non c’è nulla che prosegue in parallelo, i buoi sono scappati”. Rispondendo a una domanda su eventuali cessioni in vista di un possibile aumento della partecipazione di Fiat in Chrysler, Marchionne ha risposto: “Non abbiamo un piano cessioni”.

Insieme a Fiat è scesa la controllante Exor -2,5%, mentre Cnh Industrial ha guadagnato lo 0,8%.

Tutt’altro film per il settore: ieri l’indice di settore eurostoxx è salito dell’1,9% al traino dell’exploit di Volkswagen +4,9% dopo i brillanti conti trimestrali. Continua la marcia del gruppo in Cina: vendite su del 18%, a portata di mano l’obiettivo di 4 milioni di vetture vendute nel Paese del Drago.

Nell’automotive negativa anche Pirelli -2,1%.

Oltre al Lingotto, a trascinare all’ingiù il mercato ha contribuito Finmeccanica -2,62%: la cancellazione della commessa in India per 12 elicotteri da 560 milioni di euro sembra sempre più probabile.

StM ha chiuso in ribasso dell’1,5%.

RCS, OGGI IN VENDITA VIA SOLFERINO

Da ieri è ufficialmente scioltoil patto di sindacato di Rcs MediaGroup -0,61%. “Ciascun partecipante – recita la nota del gruppo – si riserva in piena autonomia ogni decisione in ordine all’esercizio dei diritti inerenti alle proprie azioni ivi espressamente inclusa la piena facoltà di disporre delle proprie azioni libere da qualsiasi vincolo di preventiva offerta in prelazione agli altri partecipanti”. Il patto vincolava il 60,274% del capitale ordinario. Si riunirà domani un cda straordinario di Rcs per valutare la cessione degli immobili di via Solferino e via San Marco.

Scivola Mediaset -2,86% dopo che la società ha smentito qualsiasi progetto di fusione tra Publitalia e la concessionaria pubblicitaria Mondadori -2,23%.

IL BUY BACK SOSTIENE L’ENI. GTECH MAGLIA NERA

Buona performance dell’Eni salita dell’1,3 % dopo l’annuncio stamattina di risultati del terzo trimestre migliori delle attese e l’avvio del buy back.

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Enel ha perso l’1,6% e fra le altre utility A2A è scesa dell’1,3%.

Telecom Italia è scesa dello 0,6%.

Positiva Luxottica +2,2%, favorita dalla buona trimestrale.

Buon rialzo di Yoox che sale dell’1,2% dopo la promozione di Citigroup a “buy”.

In coda al listino si è posizionata invece Gtech con un calo del 3,4%. Il Credit Suisse ha avviato la copertura sul titolo con rating underperform e target price di 20 euro per azione esprimendo preoccupazione in merito alle dimensioni delle potenziali uscite di cassa legati ai pagamenti up-front e da un’ulteriore regolamentazione negativa in Italia.

Nel gruppo Benetton positiva World Duty Free +1,1% dopo che Citigroup ha avviato la copertura con giudizio buy e target price a 9,30 euro. Autogrill è salita dello 0,6%: Citigroup ha alzato il target price a 7,9 euro da 6,25 euro confermando il giudizio buy.

LA GIORNATA DEL RISPARMIO NON FA BENE AD AZIMUT -2,5%

Contrastato il comparto dei titoli bancari: Unicredit -0,1%, MontePaschi-1,2%, Intesa-0,7%, Banco Popolare+0,6%.

Bpm -014%.

Fra le assicurazioni, Generali -0,9%, Fondiaria-Sai ha guadagnato lo 0,6%.

Azimut è scesa del 2,5%: Deutsche Bank ha tagliato il giudizio a hold da buy.

Categories: Finanza e Mercati