La crisi europea sarà anche nata dalla finanza americana, ma oggi la ripresa degli Usa sta rallentando proprio a causa dei vecchi cugini d’oltreoceano. Al punto che, nel secondo trimestre del 2012, la crescita del Pil a stelle e strisce è rimasta sotto il 2%. Questo il messaggio lanciato oggi da Ben Bernanke, presidente della Federal reserve, in audizione alla commissione bancaria del Senato. Il numero uno della Fed ha però deluso le attese dei mercati, non dando alcuna indicazione su nuove possibili mosse della Banca centrale a sostegno dell’economia. A metà pomeriggio gli indici della Borsa americana viaggiano tutti in rosso: il Nasdaq perde lo 0,77%, il Dow Jones lo 0,57% e lo Standard&Poor’s 500 lo 0,56%.
“L’economia statunitense ha proseguito il suo recupero – ha detto Bernanke -, ma l’attività economica sembra in qualche modo avere decelerato durante il primo semestre di quest’anno”. Le famiglie americane “restano preoccupate per le loro prospettive di impiego e di reddito e il loro livello complessivo di fiducia resta relativamente basso”.
Per il banchiere centrale, la crisi nell’Eurozona continua a rappresentare un fattore di rischio e un “elemento di stress per l’economia globale e americana”, anche se i problemi europei “sono diminuiti” grazie ad azioni costruttive intraprese dalle autorità di Bruxelles.
“Nonostante gli ultimi annunci – ha proseguito Bernanke, facendo riferimento allo scudo anti spread e ai prestiti diretti dal fondo Esm alle banche -, i mercati e le economie europee restano sottoposti a pressioni notevoli, con ricadute sulle condizioni finanziarie ed economiche nel resto del mondo, inclusi gli Usa. In più, la possibilità che in Europa la situazione peggiori ulteriormente resta un rischio significativo sulle prospettive”.
In ogni caso, oltre ai problemi europei, sul rallentamento dell’attività americana nella prima parte dell’anno ha pesato anche la disoccupazione, che si è mantenuta su livelli troppo alti. Bernanke ha quindi assicurato che la Fed è pronta a fare di più per aiutare la creazione di nuovo posti di lavoro.