Condividi

Febbre d’oro: settore in fermento contro l’incertezza dei mercati

Il brusco calo registrato a dicembre dalle Borse mondiali ha spinto gli speculatori e gli investitori in ETF verso l’oro, il cui prezzo è salito del 5,2% in dollari – Aumentano però anche i venditori

Febbre d’oro: settore in fermento contro l’incertezza dei mercati

L’aumento del prezzo dell’oro delle ultime settimane è stato il più veloce dal salto del prezzo dopo il risultato inatteso del referendum sulla Brexit. Questa volta gli investitori privati hanno per lo più liquidato l’oro avvantaggiandosi del rialzo, secondo i nuovi dati di BullionVault.

Le Borse mondiali hanno perso il 7,7% a dicembre, il mese peggiore per il MSCI World Index dal 2011. Questo ha spinto gli speculatori e gli investitori in ETF verso l’oro, aumentandone il prezzo del 5,2% in dollari. Gli utenti di BullionVault, servizio online per investimenti in metallo fisico, hanno invece venduto 222 kg di oro al netto degli acquisti, il che rappresenta lo 0,6% di tutte le proprietà in oro dei clienti.

Il totale dell’oro, custodito in caveau a scelta tra Londra, New York, Singapore, Toronto e Zurigo, è diminuito a 39,0 tonnellate rispetto al record di novembre.

Rispetto a novembre, il numero di investitori che a dicembre hanno aggiunto oro al proprio saldo è aumentato del 5,6%, ma il numero dei venditori netti è aumentato del 75,8% al picco da gennaio 2018.

Il Gold Investor Index – una misura unica dell’andamento degli investimenti privati in oro – è così diminuito dal 53,4 di novembre al 51,8 di dicembre, minimo dal rialzo del prezzo di agosto 2017.

Un valore minore di 50 indica più venditori che acquirenti netti in un mese. Durante il crollo del prezzo dell’estate 2018, il Gold Investor Index è arrivato a 56,8 a luglio, picco dall’elezione di Donald Trump a fine 2016.

Nei due anni dall’inizio della presidenza di Trump l’indice si è mosso in direzione opposta al prezzo dell’oro per 20 mesi su 24. Commentando i dati, il direttore del dipartimento di ricerca di BullionVault Adrian Ash ha indicato:

“Il rialzo del prezzo dell’oro ha due fattori: la stagionalità ed il crollo delle Borse mondiali. Alcuni delgi investitori esistenti in oro hanno colto l’occasione per vendere e realizzare un profitto. Ottima decisione, ma questa sensibilità al prezzo potrebbe rivelarsi affrettata, se la svendita delle equity dovesse aggravarsi ed estendere i guadagni dell’oro ulteriormente durante il 2019”.

Un dato interessante è che gli investitori che hanno iniziato ad accumulare oro dopo il crollo del prezzo di fine 2015 rappresentano solo il 20% del totale dei clienti di BullionVault, ma il 36,8% dei venditori netti dello scorso mese fanno parte della stessa categoria.

Il prezzo dell’oro in dollari lo scorso mese è stato maggiore di due terzi degli ultimi tre anni. L’aumento dei venditori è stato più evidente nel Regno Unito e nell’Eurozona, dove la media mensile è stata la maggiore da metà 2017, dopo il minimo di due anni dell’ultimo autunno.

Anche il numero di venditori netti di argento è al massimo da Capodanno 2018, +60,1% rispetto a novembre. Al contrario dell’oro, per l’argento è stato il numero di acquirenti netti a crollare del 7,6%, mentre il prezzo è salito al picco di 4 mesi in dollari.

Il Silver Investor Index è diminuito al minimo da febbraio 2017 a 50,1, segnalando un quasi equilibrio tra acquirenti netti e venditori netti a dicembre.

Anche in peso le vendite e gli acquisti si sono controbilanciati, lasciando invariato il totale dei capitali totali in argento a 748 tonnellate.

Commenta