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FEBBRAIO SPRINT IN BORSA: a Piazza Affari corrono banche, auto e petroliferi

Febbraio di acquisti sul Ftse Mib. Quasi tutti i titoli del paniere principale chiudono il mese in attivo con performance consistenti soprattutto nel caso del comparto bancario. A fronte di un indice che chiude in rialzo di un buon 7,62%, la maggior parte dei titoli degli istituti di credito registra guadagni superiori al 10%.

Un vero e proprio rally lo mette a segno Mps che sale del 52,32% a 0,616 euro per azione. Nonostante il recupero record la strada per ripianare le perdite degli ultimi tempi è ancora lunga: a fine settembre, prima dell’esito dell’asse quality review della Bce che ha indicato una nuova carenza di capitale in caso di scenario economico avverso, il titolo viaggiava sopra un euro.

A distanza, ma con un rialzo comunque a due cifre, seguono le principali popolari: Bper +22,07%, Banco Popolare +21,85%, Bpm +19,02% e Ubi +14,23%. Tutto il comparto è stato investito dalla scossa data dal governo con l’avvio della riforma delle popolari che obbliga gli istituti con più di otto miliardi di attivi a trasformarsi in Spa entro 18 mesi dall’approvazione della misura. Si tratta di tutte le maggiori popolari quotate in Borsa.

Il comparto bancario beneficia poi della spinta del Qe che parte lunedì: l’attesa per l’ondata di liquidità ha spinto ulteriormente al ribasso lo spread Btp-bund che a fine mese è sceso sotto i 100 punti base sostenendo gli acquisti sul comparto bancario. Bene infatti anche Intesa Sanpaolo e Unicredit rispettivamente in rialzo del 14,11% e del 12,62%. Mediobanca +6,95%, UnipolSai +6,91%. Acquisti sul risparmio gestito che continua a registrare un buon momento sul fronte della raccolta: Azimut +13,02%, Mediolanum +6,47%.

In evidenza con una performance del 17,83% c’è Fiat Chrysler, quinto miglior titolo del Ftse Mib. Il gruppo automobilistico ha beneficiato dell’attesa per la quotazione del 10% di Ferrari e degli ottimi dati arrivati dalle vendite del settore auto Usa che sono lanciate verso i 17 milioni di pezzi nel 2015. In particolare, Fca ha messo a segno un inizio d’anno col turbo. A gennaio le vendite sono cresciute del 14%, a quota 145.007, contro le 127.183 unità dello stesso mese del 2013. Si tratta del miglior gennaio dal 2007. Hanno corso tutti i marchi: Chrysler, Dodge, Ram Truck e Fiat, ma a svettare è Jeep, balzato del 23 per cento. Per Fiat è il 58esimo mese consecutivo di crescita. A distanza, ma sempre in buon rialzo, seguono Cnh Industrial +10,22% e la cassaforte Agnelli, Exor, +9,62%. I riflettori sul titolo si sono accesi soprattutto recentemente sulla notizia che la società sta studiando la vendita della controllata Cushman & Wakefield, società americana che opera nel settore immobiliare.

Si difendono questo mese i titoli legati al petrolio nonostante le quotazioni del greggio siano ancora schiacciate sotto quota 50 dollari (il Wti). Eni +11,29%, Saipem +15,51%. Più cauta Tenaris che si ferma a +3,58%.

Nel complesso, 14 dei 40 titoli del Ftse Mib chiudono in rialzo di due cifre. Tutti gli altri mettono a segno una performance positiva sotto il 10%, con l’eccezione di Generali che scivola dell’1,35%. Tra le performance meno brillanti troviamo il lusso che si ferma sul fondo della classifica: Tod’s +0,69%, Yoox +1,26%, Moncler +2,49%, Luxottica +4,48%, Ferragamo +5,68%. E la galassia Benetton: dal buon 6,16% di Autogrill si passa al +5,56% di Wdf a +3,045 di Atlantia. Moderati rialzi anche per i titoli delle utility dell’energia: Snam +4,04%, Terna +33,4%, Enel +2,46%. Mediaset guadagna un magro +1,56% nonostante questa settimana si siano accesi i riflettori sul Biscione che ha annunciato, tramite la controllata Ei Tower, un’Opa su Rai Way.

Fuori dal Ftse Mib, i maggiori rialzi riguardano Aedes +143,77% e Mondo Tv +50,61%. I ribassi più marcati limitano invece le perdite sotto il 10% e riguardano Caleffi -8,35%, Save -5,09% e D’Amico -4,03%. 

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