Trimestrale record per Fca che torna all’utile e rivede al rialzo la guidance 2016. Nel terzo trimestre il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha registrato ricavi netti per 26,8 miliardi di euro, all’incirca in linea con lo stesso periodo di un anno prima e un po’ sotto le attese degli analisti. L’Ebit è salito a 1,34 miliardi da 225 milioni. L’utile netto è pari a 606 milioni (superiore del 14,3% alle stime degli analisti.), contro perdite per 387 milioni dello stesso periodo del 2015. L’indebitamento netto industriale è salito a 6,51 miliardi, da 5,47 miliardi al 30 giugno scorso. La liquidità disponibile resta a 23,2 miliardi. Sempre nel terzo trimestre le consegne globali complessive, incluse quelle delle jv non consolidate del gruppo, erano pari a oltre 1,12 milioni di unità, all’incirca in linea con un anno prima.
Sulla scorta di questi risultati il gruppo Fca ha rivisto al rialzo i target per il 2016 a seguito della ottima performance operativa dei primi nove mesi. Nel dettaglio la società prevede un Ebit adjusted superiore ai 5,8 miliardi, rispetto ai 5,5 miliardi precedenti, e un utile netto adjusted sopra i 2,3 miliardi (rispetto a oltre 2 miliardi previsti in passato). Confermato, invece, il target relativo ai ricavi netti, stimati superiori a 112 miliardi di euro, e quello dell’indebitamento netto industriale, atteso sotto i 5 miliardi.
A Piazza Affari, dopo la pubblicazione dei conti, il titolo Fca ha ricominciato a correre e alle ore 14.145 guadagna il 3,65% a 6,11, riavvicinandosi ai massimi di seduta.
Considerando le diverse aree geografiche in cui dove il gruppo è operativo, i risultati migliori arrivano proprio in Europa, dove Fca ha registrato consegne in rialzo del 18% nel trimestre a 295mila unità (+16% per le auto e +24% per i veicoli commerciali leggeri), ricavi in crescita del 10% a 5,07 miliardi (12% a parità di cambi) e un Ebit adjusted per 104 milioni (da 20 milioni). Nel terzo trimestre la società ha invece segnato nell’area Nafta un calo del 5% dei ricavi a 16,81 miliardi e dell’8% delle consegne a 627mila unità per la programmata riduzione dei volumi per Chrysler 200 e Dodge Dart legati al riallineamento della capacità produttiva, mentre l’Ebit adjusted è salito dell’8% a oltre 1,28 miliardi grazie “ai migliori prezzi, alle efficienze sugli acquisti e ai minori costi di garanzia”.
Negli Usa, la quota di mercato del gruppo è cresciuta di 30 punti base, mentre nell’Apac le consegne sono calate del 27% a 22mila unità a causa “del passaggio alla produzione locale di Jeep in Cina tramite la jv con il partner locale Gac” e i ricavi sono saliti del 2% a 861 milioni. Nella stessa area geografica l’Ebit adjusted è tornato in nero per 21 milioni, da un ‘rosso’ per 83 milioni.
In America Latina le consegne sono calate del 21% a 111mila unità, i ricavi del 2% a 1,49 miliardi (-7% a parità di cambi) e l’Ebit adjusted era negativo per 16 milioni, da un risultato positivo per 28 milioni, a causa ‘della crescita dei costi dovuta all’inflazione e allo sfavorevole effetto cambio”.
Nel periodo, le consegne di Maserati (gruppo Fca) sono salite del 54% verso un anno prima a 10.656 unità grazie al lancio del nuovo Suv Levante, in parte compensato dal calo accusato dalla Ghibli, con rialzi in tutte le aree geografiche (+109% in Cina, +42% in Nordamerica e +67% in Europa). L’Ebit adjusted della casa del Tridente è balzato a 103 milioni di euro (da 12 milioni un anno prima) e il margine Ebit rettificato all’11,8% (da 2,3%).
Lo comunica la capogruppo Fca al termine del Cda che ha approvato i conti trimestrali, precisando che la crescita dell’Ebit adjusted è legata “all’aumento dei ricavi netti, parzialmente compensato dall’incremento dei costi industriali e di lancio commerciale”. Maserati ha infatti incrementato i ricavi del 69% (+73% a parità di cambi) a 873 milioni grazie “all’aumento delle consegne, al positivo effetto prezzi e al favorevole mix di prodotto e mercato principalmente attribuibile al nuovo Suv Levante”.
Quanto alla divisione componenti di Fca, nel terzo trimestre i ricavi sono saliti del 2% a 2,39 miliardi grazie al mix più favorevole di Magneti Marelli, in parte compensato dai minori volumi di Comau, l’Ebit adjusted del 14% a 112 milioni e il margine Ebit adjusted al 4,7% (da 4,2%).