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Fca, rosso di 1,7 miliardi nel I trimestre: “Effetto Covid-19”

Imagoeconomica

Effetto coronavirus su Fca. Nel primo trimestre del 2020 il gruppo guidato da Mike Manley ha registrato una perdita netta pari a 1,7 miliardi di euro (-433% rispetto allo stesso periodo del 2019) e un perdita netta adjusted pari a 471 milioni. Alla base del rosso c’è “la pandemia da Covid-19” che ha colpito l’Italia e il mondo e ha “avuto impatti significativi sui risultati del gruppo”, si legge nella nota di Fca.

In forte ribasso anche i ricavi netti, scesi del 16% a quota 20,5 miliardi di euro. C’è però una buona notizia. “Nonostante l’effetto significativo del Covid-19”, spiega Fca, “il gruppo ha conseguito un EBIT adjusted positivo“. Il margine operativo risulta infatti positivo per 52 milioni, spinto soprattutto dalla performance del mercato americano, dove l’Ebit è stato di 458 milioni di euro.

Nei primi tre mesi del 2020, le consegne globali sono calate del 21% a 818mila unità a causa della “sospensione temporanea della produzione in tutte le Regioni” ma anche della caduta della domanda a livello globale, entrambi per effetto del Covid-19. Non a caso il mercato dell’auto italiano nel mese di marzo ha registrato un crollo dell’85%, mentre ad aprile il calo delle vendite è arrivato addirittura a -97%. 

Tornando ai parametri della società, il free cash flow industriale è risultato negativo per 5,1 miliardi con un impatto negativo del capitale di funzionamento pari a 3,5 miliardi di euro in parte dovuto alla stagionalità negativa accentuato dagli in effetti Covid. 

Nel primo trimestre, gli investimenti si sono attestati a 2,3 miliardi di euro, in aumento di 1 miliardo, mentre la liquidità disponibile al 31 marzo era pari a 18,6 miliardi grazie anche a un una linea di credito di 3,5 miliardi di euro siglata in aprile e ancora inutilizzata. 

“Con l’evidenziarsi della gravità dell’epidemia da COVID-19 il team alla guida di FCA ha messo in atto misure rapide e decisive a tutela dei dipendenti e delle comunità operando nel contempo per proteggere la capacità reddituale e la liquidità del Gruppo”, commenta il ceo di Fca, Mike Manley. “In tale direzione è stata sospesa temporaneamente la produzione in tutti gli stabilimenti, si è attivato il lavoro a distanza dove possibile e innalzati i protocolli di sanificazione in tutte le strutture. Il Gruppo ha inoltre posticipato tutte le spese non essenziali, ridotto significativamente i costi di marketing e la retribuzione per quasi tutti gli impiegati e dirigenti è stata ridotta o differita”.

Per quanto riguarda il prossimo futuro, a causa dell’incertezza derivante dall’emergenza coronavirus, Fca ha deciso di ritirare le stime del 2020 e “fornirà`un aggiornamento non appena vi sia una maggiore visibilità`dell’impatto complessivo della crisi”. 

Sulla produzione però la società si dice fiduciosa: “Considerando il riavvio con successo in Cina delle attività nella nostra Joint Venture e della rete di vendita e la ripresa della produzione nel nostro impianto di veicoli commerciali di Atessa il 27 aprile scorso, operativo al 70% della sua capacità, siamo confidenti sulle nostre prospettive. Nelle altre Regioni il riavvio della produzione sarà graduale e allineato alla domanda del mercato. Anche il ritorno al lavoro negli uffici e sedi è iniziato e proseguirà gradatamente, con un parallelo ampio ricorso al lavoro in remoto”, si legge nella nota di Fca che però rassicura il mercato sul matrimonio con Psa. 

“Nonostante questa situazione inattesa e senza precedenti – continua la nota – Fca e Groupe PSA rimangono impegnate alla fusione paritetica (50/50) volta alla creazione di un leader mondiale nella mobilità. Insieme, continuiamo a portare avanti i diversi filoni di attività finalizzati alla fusione e confermiamo l’impegno a chiudere l’operazione entro la fine del 2020 o all’inizio del 2021″

Dopo la diffusione dei conti del primo trimestre il titolo Fca ha leggermente ridotto i guadagni della mattinata e alle 14 guadagna il 2,2% a 7,73 euro dopo aver toccato un massimo intraday di 7,875 euro.

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