Stellantis, il nuovo colosso automobilistico frutto del matrimonio tra Fca e Psa, nascerà ufficialmente il 4 gennaio. Le due società hanno convocato le assemblee dei soci per dare il via libera alla fusione. È l’ultimo atto dell’operazione: da tempo, ormai, Fiat Chrysler e Peugeot hanno trovato l’accordo su nome, logo e soprattutto composizione del futuro consiglio d’amministrazione (il presidente sarà John Elkann, l’amministratore delegato Carlos Tavares).
Manca ancora il via libera dell’Antitrust Ue, ma – secondo le indiscrezioni – l’approvazione arriverà presto, forse già prima delle assemblee di inizio anno. Se dovesse arrivare dopo se ne terrà conto, comunque, nelle votazioni di gennaio.
La fusione sarà alla pari e darà vita al quarto costruttore di automobili al mondo, con 8,7 milioni di auto vendute nel 2018, oltre 400 mila dipendenti e più di 180 miliardi di fatturato. Numeri che avvicineranno Stellantis a giganti delle quattro ruote come Volkswagen, Toyota, General Motors e l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi.
Intanto, la seconda ondata della pandemia si fa sentire sul mercato europeo dell’auto, che – secondo i dati di Acea, l’Associazione europea dei costruttori automobilistici – ha chiuso il mese di ottobre con un calo delle immatricolazioni pari al 7,1%, dopo il rimbalzino (+1,1%) registrato a settembre.
La flessione, tuttavia, non coinvolge Fca, che in Europa ha visto le vendite aumentare del 3,2%, con la quota di mercato passata dal 5,6% al 6,2%. Decisiva si è rivelata la spinta degli incentivi pubblici, che il mese scorso, in Italia, non si era esaurita. Quanto ai modelli, Fca parla di “ottime performance” per Panda e 500 – in testa al segmento A, quello più danneggiato dalla pandemia – ma aumentano anche i volumi della Jeep Compass e della Renegade 4×4 ibride plug-in, a pochi mesi dal lancio. Gli altri marchi, tranne Renault, hanno chiuso con variazioni negative. In rosso i singoli Paesi, anche se l’Italia (-0,2%) ha contenuto le perdite.