Il tonfo di Fca, -5,98%, manda Piazza Affari in profondo rosso, -0,99%, anche se il Ftse Mib tiene la soglia dei 22.000 punti (22.133). Deboli anche gli altri listini continentali, a partire da Madrid, -0,74%. L’ultimatum del governo centrale alla Catalogna è scaduto stamattina, ma la situazione non ha fatto passi avanti e sabato scatterà l’articolo 155 della Costituzione per sospendere l’autonomia della regione.
Arretrano Francoforte, -0,41%; Parigi -0,29%; Londra -0,26%. Le prese di beneficio prevalgono a Wall Street, dopo i record. Pesano, fra l’altro, le perdite di Apple e le trimestrali poco soddisfacenti di Ebay e American Express. New York si avvia così a celebrare, in lieve calo, il trentennale del “Black Monday”, quando il listino delle blue chip perse il 22,6% in un solo giorno.
L’euro recupera terreno sul dollaro e si porta in area 1,184, mentre si avvicina la riunione della Bce del 26 ottobre, da cui si attendono novità in merito al QE. A proposito di banche centrali, sul fronte Usa, oggi il presidente Donald Trump dovrebbe incontrare Janet Yellen, in vista della nomina del prossimo governatore della Fed.
Dopo la debolezza delle ultime sedute l’oro recupera e sale a 1288,295 dollari l’oncia (+0,57%). Il petrolio arretra. Brent 57,24 dollari al barile, -0,97%.
Seduta positiva per l’obbligazionario italiano, con il rendimento del decennale che scende al 2,02%, mentre lo spread con il Bund si mantiene stabile.
In Piazza Affari il titolo più pesante è Fca, che trascina con sé tutta la galassia Agnelli: Ferrari -1,46%; Exor -2,24%; Cnh -1,18%. Anche la Juventus perde il 3,18%, nonostante la vittoria di ieri in Champions League.
Il profondo rosso del colosso torinese sarebbe stato innescato in mattinata dalle importanti vendite di due investitori istituzionali e da un report di Goldman Sachs che si mostra un pochino meno ottimista sulle prospettive del gruppo auto, anche in vista della trimestrale che verrà diffusa martedì. La banca americana conferma il buy ma lima leggermente il target price a 25,3 euro. C’è da sottolineare che il titolo, da inizio anno, è fra quelli che ha guadagnato di più, con una performance positiva superiore al 60%.
Il clima resta freddo nel settore bancario e le vendite colpiscono soprattutto Bper, -3,2%, nel giorno del via libera del cda alla fusione per incorporazione di Nuova Carife nella capogruppo.
Sprofondano Mediaset -1,81%; Leonardo -2,26%; Saipem -2,3%.
In cima al listino si colloca invece Unipol +1,89%, con JP Morgan che ha avviato la copertura sul titolo con giudizio overweight e target price a 5 euro. Bene anche Unipolsai, +1,39%. Positive le utility con Snam +0,81% e Italgas +0,63%. Passi avanti per Atlantia, +0,63%, la cui offerta è ritenuta da Abertis positiva ma migliorabile nel prezzo dopo la contro proposta di Acs. Benino Telecom, +0,13%, nel giorno dell’incontro fra il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda e l’ad della società Amos Genish. “Mi sembra si possa aprire una fase nuova, più produttiva e costruttiva rispetto al passato – sostiene il ministro – abbiamo deciso di vederci appena hanno prodotto il piano industriale e di vederlo insieme”. Anche per il manager l’incontro è stato “positivo e produttivo”.