X

Fca, nuovo test di Borsa in attesa dei conti

Fiat Chrysler Automobiles Group

Piazza Affari è ancora impegnata a digerire la staffetta ai vertici della galassia Agnelli, dopo la drammatica uscita di scena di Sergio Marchionne. In attesa di registrare domani i dati della semestrale da cui dovrebbe emergere la conferma della straordinaria performance finanziaria ed industriale della gestione del manager italo-canadese. I riflettori sono così già concentrati su Londra, ormai il centro del gruppo (guidato da due british, Mike Manley ed il direttore finanziario Richard Palmer). Ma nell’attesa i segnale della riscossa è arrivato dalla nota di Standard &Poor’s che ha confermato i rating del gruppo. E così ieri sera si allentata a Wall Street la tensione su Ferrari che ha dimezzato le perdite a -2,5%.

Intanto dalle Borse arriva un segnale preciso: i mercati non obbediscono a Donald Trump. Nonostante i moniti del presidente Usa alla Fed per frenare l’aumento del costo del denaro e, di riflesso, del dollaro che, secondo l’inquilino della Casa Bianca rischia di vanificare gli effetti della politica “America First”, il rendimento dei T bond Usa si è avvicinato di nuovo alla soglia del 3% (al 2,96%) scontando le prossime mosse al rialzo della Fed.

STRETTA IN GIAPPONE, PECHINO SVALUTA LO YUAN

A spingere al rialzo i tassi contribuiscono due fattori. Innanzitutto, il cambio di rotta della Bank of Japan, da cui arrivano i primi segnali di frenata degli acquisti dei debito, ormai arrivato a livelli paradossali (il 60% del debito giapponese è nella mani della BoJ), che ha generato un effetto rialzo sui titoli di Stato del pianeta; la marcia del Pil Usa, visto dallo stesso presidente in crescita del 4,8% nel secondo trimestre, un tasso quasi insostenibile. In attesa della conferma di questi numeri, Wall Street ha registrato la strabiliante performance di Alphabet (+4% nel dopo Borsa).

La casa madre di Google ha messo a segno un aumento del giro d’affari del 25%. L’utile per azione si è attestato a 11,75 dollari, meglio delle attese ferme a 9,59 dollari. Gli utili del trimestre sono così sufficienti a pagare il 60% della maximulta (5,1 miliardi di dollari) inflitta dalla Ue. Una prova di forza che senz’altro piace a Trump che domani riceverà Jean-Claude Juncker, ben deciso a procedere sui dazi verso l’auto europea, a meno di rilevanti concessioni.

I mercati registrano gli effetti di tanto fermento:

Avanzano le Borse cinesi, sotto la spinta degli incentivi decisi da Pechino per compensare gli effetti dei dazi Usa. L’indice Composite di Shanghai sale dell’1,7%, l’indice Hang Seng di Hong Kong cresce dell’1,5%. Lo yuan è scivolato sui minimi degli ultimi 12 mesi, da inizio aprile ad oggi -10% contro il Dollaro Usa. Il presidente Xi Jingping ha iniziato la sua missione in Africa, mentre Pechino tende una mano al Brasile per instaurare una “relazione di lungo periodo”.

Avanza anche Tokyo +0,5%. Poco mossa ieri sera Wall Street in attesa delle trimestrali che da stasera animeranno il mercato: Dow Jones – 0.06% S&P 500 +0,18%, Nasdaq +0,28%.

SCINTILLE IRAN/USA, MA ILPETROLIO RALLENTA

Frena stamane il petrolio: Brent a 72,83 dollari, Wti americano a 67,73. Sul mercato però aleggia il duro confronto tra Iran e Usa. Il presidente della Repubblica Islamica, Hassan Rohani, ha alzato i toni contro Donald Trump, colpevole di aver reinserito sanzioni all’Iran a partire dal prossimo 4 novembre. “Se noi non potremo esportare il nostro petrolio, nessun altro Paese della regione potrà farlo”, ha detto Rohani rivolgendosi direttamente al numero uno della Casa Bianca. Rispolverando un vecchio proverbio persiano ha aggiunto che è meglio “non giocare con la coda del leone perché questo porterebbe solo a rimpianti”, alludendo (secondo gli esperti) alla possibilità di chiudere lo stretto di Hormuz, dove transita circa un quinto del greggio mondiale ovvero il 30% di quello movimentato via mare.

A Piazza Affari in risalita Eni, sulla parità. Saipem -0,7%, Tenaris -1,1%.

PIAZZA AFFARI FANALINO DI CODA

I venti di guerra sui dazi e sul fronte dell’Iran hanno contribuito ad un avvio di settimana in rosso dei mercati europei. Sotto tiro, naturalmente, la galassia Agnelli dopo la drammatica (ed agitata) staffetta ai vertici imposta dal peggioramento delle condizioni di Sergio Marchionne. Ma non sono mancate altre note negative, vedi i conti negativi di Ryan Air -6,36% frenata dalla concorrenza e dagli scioperi. A complicare la giornata la debolezza del dollaro e dello yen nei confronti della valuta unica che si è assestata a 1,1701 sul biglietto verde dopo l’apertura a 1,1718 dollari (da 1,167 di venerdì e a 130,31 yen .

La Borsa di Milano è stata il fanalino di coda con una perdita dello 0,87% a quota 21.605 punti. Si sono fermati sotto la parità anche gli altri mercati: Francoforte -0,11%; Parigi -0,37%; Madrid -0,08%; Londra -0,29%; Zurigo -0,32%.

IN ARRIVO 3,25 MILIARDI DI CTZ E BTPEI

Sul finale di seduta la carta italiana ha azzerato i guadagni, passando in negativo in un contesto in cui, oltre ai volumi sottili, comincia a pesare anche l’avvicinamento alle aste italiane e al meeting Bce di giovedì.

La virata in negativo si collega al calo dei titoli giapponesi sulle notizie che la Banca centrale nipponica possa iniziare a discutere di un disimpegno dal suo programma di stimolo.

Il rendimento del decennale tedesco ha raggiunto il massimo da circa un mese 0,34%.

Positivo il resto della zona euro, Grecia in particolare, dopo che venerdì S&P ha migliorato l’outlook di Atene portandolo a ‘positivo’ da ‘stabile’, lasciando invariato il rating sovrano a ‘B+’.

In occasione del collocamento di giovedì 26 luglio, il Tesoro metterà a disposizione degli investitori tra 1,5 e 2 miliardi di euro nel Ctz con scadenza 30 marzo 2020 e tra 750 milioni e 1,25 miliardi nel Btpei a 10 anni.

IL GRUPPO AGNELLI BRUCIA 2,3 MILIARDI

A Piazza Affari ha tenuto banco il nuovo scenario del gruppo Fiat. Sui titoli del gruppo sono piovute vendite per 2,3 miliardi di euro. In particolare, Fiat Chrysler se le è cavata con una perdita dell’1,5% a 16,17 euro, in recupero dai minimi della mattinata di 15,55 euro. La maggioranza dei 14 analisti che hanno pubblicato report sulla successione ha confermato le raccomandazioni positive sul titolo e S&P non ha cambiato il proprio rating. Non troppo diverso il bilancio di Cnh Industrial, che ha ridotto nel finale la perdita all1,9%.

Ben più pesante il calo della capogruppo Exor (-3,4%) e soprattutto di Ferrari (-4,9%, dopo aver sfondato al ribasso la barriera di – 5%) sia a Milano che a Wall Street.

PESANO ANCHE LE DIMISSIONI DI ALTAVILLA

Ad aumentare le tensioni hanno contribuito le dimissioni di Alfredo Altavilla, responsabile dell’area Emea. Il manager già in corsa per la successone di Sergio Marchionne ha deciso di lasciare dopo la scelta di Mike Manley. Recentemente è entrato nel Cda di Tim in quota Elliott, il fondo americano che ha scalzato Vivendi dal controllo del board.

Sarà Manley ad assumere ad interim – con effetto immediato – la carica di chief operating officer della regione Emea. Inoltre, le attività di Business development a livello globale saranno riorganizzate a riporto di Richard Palmer, chief financial officer del gruppo e responsabile Systems and castings.

 BENE LE BANCHE, MA CARIGE È NELLA TEMPESTA

Positivo il settore bancario, l’indice italiano sale dello 0,61%, contro un indice europeo in rialzo dello 0,22%. Unicredit ha guadagnato oltre l’1%, dopo che l’Eba ha respinto la richiesta di Caius Capital di aprire un’indagine sulla contabilizzazione dei ‘cashes’ nel calcolo del Cet1.

Banca Carige ha perso oltre il 5% sul timore di nuove mosse per rafforzare il capitale, dopo aver rivelato nel weekend che la Bce non ha approvato il piano presentato il 22 giugno e deve quindi presentare, entro il 30 novembre, un nuovo piano che valuti anche un’aggregazione. Vittorio Malacalza ha chiesto la convocazione di un’assemblea per la rimozione del Cda.

Denaro su FinecoBank (+0,59%): Banca Akros ha alzato il prezzo obiettivo da 9,3 a 10 euro, confermando la raccomandazione “neutral”. In agenda ieri i primi Cda di una settimana fitta di appuntamenti per la Corporate Italia.

IL DOLLARO FRENA LUXOTTICA, INWIT GUARDA A EI TOWERS

Ieri sera, a mercati chiusi, sono state annunciati i conti di Luxottica (-0,21%). La società, in attesa del via libera definitivo dei regolatori alle nozze con Essilor, ha chiuso il secondo trimestre con un fatturato a 2.417 milioni di euro, in crescita dell’1,4% solo considerando i cambi costanti. A cambi correnti, infatti, il fatturato risulta in calo del 4,9%. L’utile netto si è attestato a 530 milioni (+9,8% a cambi costanti, -5,7% correnti). Confermato l’outlook 2018. Ha pesato il dollaro (-7,5% nel secondo trimestre) e una revisione della distribuzione in Europa.

In rosso dopo i conti anche Inwit (-1,5%). L’ad Giovanni Ferigo ha anticipato la chiusura di un accordo con Iliad e si è detto interessato alle torri telco di Ei Towers.

IN ARRIVO STASERA I CONTI DI TIM E STM

Oggi sono in agenda i Cda sui risultati del primo semestre di Saipem (comunicato il 25 luglio), STMicroelectronics, e di Tim + 0,76% ieri positiva. Gli esperti pensano che i numeri deboli del trimestre siano già scontati negli attuali prezzi di Borsa di Tim e che quindi il focus del mercato sarà sulle indicazioni per il secondo semestre che verranno fornite dall’ad Amos Genish nel corso della conference call.

Bene Prysmian, in rialzo dell’1,2% nel finale, portandosi sui massimi da un mese. Fidentiis ha alzato la raccomandazione a Buy da Hold.

FINCANTIERI PRENDE IL LARCO CON LE CROCIERE

Fincantieri (+0,8%) ha firmato con Princess Cruises, brand di Carnival Corporation & plc, la più grande compagnia di crociere al mondo, un Memorandum of Agreement per la costruzione di due navi da crociera di prossima generazione da 175.000 tonnellate di stazza lorda, che saranno le più grandi finora realizzate in Italia, con consegne previste per la fine del 2023 e la primavera del 2025.

Tonfo di Datalogic (-9%), la peggiore dello Star. Kepler-Cheuveux ha tagliato il giudizio da Buy a Hold.

Categories: Finanza e Mercati