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Fca, Marchionne: “La porta delle alleanze non è chiusa”

FIRSTonline

Nonostante il secco rifiuto dell’ad di General Motors, Mary Barra, per Fca “la porta delle alleanze non è stata mai chiusa. Quando accadrà, molto probabilmente non ci sarò io, perché sarà in un prossimo futuro e io dopo il 2018 andrò via. Quello che interessa a me, cioè Gm, non può succedere adesso: quando accadrà saranno problemi di altri. Le alleanze hanno bisogno di tempo. A meno che non accada nei prossimi mesi…”. Lo ha detto l’ad di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, parlando a margine dell’assemblea degli azionisti ad Amsterdam. Oltre a Gm, i possibili gruppi con cui lavorare per la fusione sono Volkswagen, Ford, Toyota e i coreani di Hyunday-Kia: “Ma questi ultimi – dice Marchionne – non sono interessati. Loro non si sposano».

L’ad, inoltre, ha lasciato intendere che Fca potrebbe tornare a pagare cedole prima del 2018: “La storia del dividendo è legata al debito. Una volta azzerato il debito sarà più facile per il board valutare il pagamento di un dividendo”. D’altra parte, “nel 2014, quando è stato presentato il piano industriale, è stato detto molto chiaramente che non ci sarebbe stato dividendo fino al 2018 per convogliare le risorse per potenziare il bilancio e far fronte all’ambizioso piano della società”, ha ricordato il presidente John Elkann.

Intanto, però, sul versante del debito sono stati fatti significativi passi avanti. “Dalla presentazione del piano quinquennale nel maggio 2014 – ha continuato Marchionne – abbiamo preso una serie di iniziative strategiche, inclusa la creazione e la doppia quotazione di Fca, l’Ipo e il successivo scorporo della Ferrari e altre operazioni sul mercato dei capitali che ci permetteranno di muoverci verso una piattaforma di finanziamento uniforme entro la seconda metà di quest’anno grazie a queste operazioni abbiamo realizzato un taglio complessivo del debito netto industriale poco sotto i 4 miliardi di euro. Guardando agli ultimi due anni sono fiducioso nel dire che siamo stati capaci di creare un’organizzazione che ha una struttura di capitale più duratura e sostenibile. Credo che queste iniziative sosterranno ulteriormente lo sviluppo strategico nel lungo termine di Fca e aumenteranno ulteriormente il valore per gli azionisti”.

Marchionne ha quindi confermato i target 2016 del gruppo: fatturato oltre 110 miliardi di euro, un livello invariato rispetto al 2015 (ma senza Ferrari), Ebit adjusted oltre 5 miliardi (4,8 miliardi nel 2015), utile netto adjusted oltre 1,9 miliardi (1,7 miliardi nel 2015) e indebitamento netto industriale sotto i 5 miliardi.

“Il 2015 è stato il primo anno completo di Fca come gruppo globale unificato: un anno eccezionale, abbiamo chiuso il 2015 riuscendo a realizzare e superare tutti i target finanziari”, ha commentato ancora Elkann, sottolineando che poi alcuni elementi importanti del 2015: la Jeep che ha registrato “un anno epocale completando l’obiettivo di diventare un brand globale”, l’apertura del moderno stabilimento di Pernambuco in Brasile e “le scelte strategiche miliari” culminate con lo scorporo di Ferrari che ha permesso a Ferrari di diventare indipendente e a Fca di avere risorse per le sue attività strategiche malgrado le difficoltà dei mercati in Brasile e in Cina.  “”Dobbiamo continuare a puntare al futuro verso nuovi successi garantendo una crescita sostenibile”, ha detto ancora Elkann.

Oggi gli azionisti di Fca hanno anche approvato in assemblea con quasi il 99,99% di voti a favore il progetto di separazione da Rcs, di cui Fiat Chrysler detiene il 16,7%. “Questo meccanismo – ha detto Elkann in assemblea – offre agli azionisti la possibilità di avere azioni Rcs. Faremo come per Ferrari. Deciderete voi cosa fare, se tenere o vendere i titoli”. Marchionne ha detto che “con questa operazione si completa la dismissione degli asset non strategici di Fca. L’anno scorso è stato difficile mettere assieme questo piano per riportare Fca a essere un produttore puro di auto”.

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