Sotto il maglione stavolta c’è la cravatta. Sergio Marchionne, collo della camicia sbottonato, rispetta così la promessa fatta a inizio anno di indossare la cravatta all’azzeramento del debito. “Oggi mi vedete con la mia cravatta ben annodata perché prevedo che a fine giugno avremo una posizione finanziaria netta positiva”, ha esordito, aggiungendo che “rimane del lavoro da fare questo mese per arrivare a quel punto, ma siamo fiduciosi che riusciremo a raggiungere l’obiettivo”.
E così il Ceo può concedersi di parlare sotto foto e citazione di Oscar Wilde: “Un nodo alla cravatta ben fatto è il primo passo serio nella vita”. Un modo scherzoso ma serio per segnalare che, dopo la lunga battaglia per uscire dai debiti (fin dall’arrivo nel 2004 “quando abbiamo strappato Fiat dal fallimento”) è stata finalmente rimossa “la debolezza strutturale che per troppi anni ha gravato su di noi”. Ora, invece, “potremo concentrarci sulla struttura finanziaria e sui target che abbiamo fissato per il gruppo fino al 2022.E vedrete che sono ambiziosi”.
È cominciato così l’Investor Day di Fiat Chrysler, occasione per disegnare il futuro piuttosto che un bilancio del passato. Senza consentire divagazioni di vario genere, nemmeno politiche. “È un passo avanti” si limita a dire il Ceo alla richiesta di un commento sul governo. “Noi siamo sempre stati filogovernativi: voi scegliete e noi ci adattiamo”.
Semmai, il manager si concede solo una rivincita sui rivali: “All’inizio del 2015 – ricorda facendo riferimento alla sua diagnosi sulla necessità di consolidamento – ho espresso il mio punto di vista sull’efficienza del capitale nel settore e sulla capacità di cambiamento, alla luce di una serie storica di distribuzione di valore e ritorni sul capitale investito decisamente inaccettabili. Ironia della sorte, da quel momento a oggi il valore per gli azionisti di Fca è quasi raddoppiato, escludendo l’aumento di valore di Ferrari, mentre il ritorno per gli azionisti di dieci dei nostri principali concorrenti del settore è stato in media negativo (6%)”, ha osservato aggiungendo però di non voler “dare il via a nuove speculazioni su un eventuale consolidamento”, anche se “la tesi di allora è ancora più valida oggi, visto l’aumento dei costi per gli adeguamenti richiesti a livello tecnologico e normativo”.
Insomma, la disruption economica, tecnologica e culturale (“il mondo percepisce il nostro settore come la minaccia più seria di inquinamento”) è destinata a segnare, già in tempi brevi, il futuro del settore, obbligato a pensare in termini di consolidamento. Una stagione che Fca si prepara ad affrontare nel modo più adeguato, come testimonia il rafforzamento dell’asse con Waymo, la società di Google per la guida autonoma o la sfida di Maserati nell’auto elettrica di lusso.
“Ci potete chiedere se intendiamo sfidare Tesla – spiega Timothy Kuminski, dallo scorso febbraio alla guida del Tridente oltre che dell’Alfa – La risposta è affermativa”. Anche grazie ad un partner di lusso perché le vetture verranno sviluppate con il partner Ferrari. Anche grazie a queste novità Maserati punta a 100mila vetture vendute nel 2022. “Il nostro obiettivo – conclude la presentazione di Marchionne – è di muoverci verso il futuro assieme a partner leader nei vari campi”.
Parte da questa premessa la strategia che il manager consegna al gruppo prima di cedere il bastone del comando ad un successore. Forse Mike Manley, il primo a salire sul palco dopo il leader. Il protagonista del boom di Jeep, passato in questi anni da marca solo Usa a brand di assoluto valore mondiale, capace di vendere quest’anno oltre 1,9 milioni di vetture. Un trampolino di lancio più che un traguardo: il gruppo, che uscirà dal diesel entro il 2022, prevede nel frattempo il lancio di nove nuovi prodotti con un forte impegno nell’elettrico, che comporterà una riduzione dei margini (“un prezzo che siamo pronti a pagare”). Entro il 2022 tutti i modelli Jeep saranno in qualche modo elettrificati. Per quella data un Suv su 12 venduto nel mondo avrà un marchio Jeep, ma se si guarda oltre, l’ambizione è di salire a uno su cinque spiega serio Manley, prima di passare ad illustrare i possibili goal di Ram, il bestione presentato con un riferimento a Jurassic Park che punta a salire in seconda posizione sul mercato dei veicoli commerciali dell’area Nafta.
Lo show, insomma, è partito con un antipasto gustoso. I piatti forti arriveranno nel pomeriggio, quando Wall Street avrà aperto i battenti.