Fca crolla ancora e – insieme all’effetto Trump – trascina il Ftse Mib in ribasso dell’1,34% alle 11, maglia nera fra i principali listini europei. A metà mattina il titolo di Fiat Chrysler, che già ieri aveva perso il 4,6%, lascia sul campo un altro 6,3%, a 9,05 euro, per distacco il peggior ribasso sul listino principale di Piazza Affari. Uno spavento che sembra affievolirsi con il passare delle ore ma che mantiene il titolo in ribasso del 4,87% alle 11.
A innescare l’ondata di vendite sulla casa automobilistica sono state due notizie. La prima, arrivata ieri, riguarda la procedura d’infrazione aperta dall’Ue nei confronti dell’Italia per la violazione delle normative sulle emissioni da parte di Fca.
La seconda, invece, è stata riportata oggi da alcuni quotidiani americani e da Bloomberg, secondo cui il Dipartimento di giustizia Usa potrebbe intentare una causa nei confronti del gruppo di Detroit se non si riuscisse a raggiungere un accordo sulla presunta violazione delle norme in tema di inquinamento.
Lo scenario di un’azione legale nei confronti di Fca si era profilato già lo scorso gennaio, quando l’Epa (United States Environmental Protection Agency) aveva accusato il gruppo di aver installato su oltre 100 mila veicoli diesel venduti in Usa un software per manipolare il livello di emissioni. I modelli finiti nel mirino delle autorità sono il Jeep Grand Cherokee e la Ram 1500 prodotti tra il 2014 e il 2016.
La controllata americana del gruppo ha spiegato che sono in corso “discussioni attive” con il Dipartimento di giustizia. “Se ci sarà un processo Fca si difenderà con forza, particolarmente contro ogni accusa che l’azienda abbia deliberatamente installato congegni ingannevoli per aggirare i test”, ha affermato il gruppo in una dichiarazione. Fca ha sempre respinto le accuse e si è detta impegnata a risolvere le preoccupazioni delle autorità, proponendo una soluzione software a breve potrebbe ottenere il via libera da parte delle autorità di regolamentazione. Questa soluzione punta a evitare l’eventuale sanzione, che secondo gli analisti nello scenario peggiore potrebbe superare i 4,6 miliardi di dollari.
Sulle quotazioni di Fca, inoltre, sta pesando il crollo verticale del dollaro e l’incertezza politica che circonda il presidente americano in seguito al cosiddetto Russiagate. Nei mesi scorsi, infatti, il titolo di Fiat Chrysler era stato tra i principali beneficiati dell’effetto-Trump.