Fiat Chrysler Automobiles (Fca)e Renault-Nissan-Mitsubishi potrebbero diventare un unico colosso dell’auto. Fca ha infatti presentato una proposta ufficiale a Renault che l’ha giudicata interessante e da esaminare.
Ma quale entità nascerebbe dalla fusione dei due gruppi? E con quali vantaggi? Vediamo ai raggi X i punti di forza dei due produttori e le loro differenze.
Fca ha fatturato 110,4 miliardi di euro nel 2018, con 4, 842 milioni di vetture consegnate nel corso dello stesso anno (4,655 milioni le unità consolidate). L’anno scorso ha distribuito agli azionisti una cedola di 0,65 euro per azione, tornando al dividendo dopo un decennio. I ricavi del 2018 per quanto riguarda l’area Nafta sono stati pari a 72,3 miliardi, per l’area Latam 8,1 miliardi, per l’area Apac 2,6 miliardi, l’area Emea 22,7 miliardi, per Maserati 2,6 miliardi.
I ricavi netti di Fca nel primo trimestre 2019 sono stati pari a 24,481 miliardi di euro, in calo rispetto ai 25,733 miliardi dello stesso periodo di un anno fa. Il risultato di esercizio è sceso del 29% a 1,1 miliardi di euro con il margine al 4,4%, quando un anno fa era al 6%.
L’utile netto è sceso a 619 milioni da 1,021 miliardi di euro, con utile netto rettificato passato a 570 milioni da 963 milioni. L’utile netto dalla gestione operativa è calato a 508 milioni dai 951 milioni di un anno fa. Le consegne globali complessive sono state pari a 1.037.000 veicoli, in calo del 14%, principalmente per la sovrapposizione nel 2018 della produzione della Jeep Wrangler e del pianificato riallineamento delle strategie commerciali in Europa.
Fca ha 198mila dipendenti nel mondo in 102 tra sedi e stabilimenti, di cui 27 in Italia, 13 nel resto d’Europa, 26 negli Stati Uniti, 12 in Brasile, 9 in Messico, 6 in Canada e 3 in Argentina, tra i principali Paesi di presenza.
I marchi del gruppo Fca, oltre a Maserati, sono: Fiat, Fiat Professional, Chrysler, Alfa Romeo, Lancia, Jeep, Ram, Dodge, Srt, Abarth e Mopar. Gli azionisti che detengono oltre il 3% di capitale o dei diritti di voto, al 20 febbraio 2019, sono tre: Exor che ha in mano il 28,98% del capitale (il 42,11% dei diritti di voto), Tiger Global Management con il 5,25% e Harris con il 3,81%. Al 31 gennaio 2019, inoltre, il 29% del capitale di Fca risulta detenuto negli Stati Uniti.
Veniamo ora a Renault-Nissan. Il gruppo francese ha una partnership con la giapponese Nissan e si è più volte parlato di una sua rinegoziazione. La casa produttrice ha chiuso il 2018 con ricavi pari a 57,4 miliardi di euro e la vendita di quasi 3,9 milioni di veicoli nel mondo, raggiungendo un livello record per la sua storia. Il gruppo Renault controlla la stessa Renault (2.532.567 veicoli venduti nel 2018), poi Dacia (700.798), Rsm (Renault Samsung Motors con 84.954), Alpine (2.091) e Lada (398.282). Nel 2018, grazie ai risultati di vendita raggiunti, si è confermato per il terzo anno consecutivo il primo produttore francese di auto.
Il gruppo Renault ha 183mila dipendenti in 37 Paesi con una rete di 36 stabilimenti. Il debito finanziario ha raggiunto 53,1 miliardi di euro. Nel 2018 Renault ha distribuito agli azionisti un dividendo di 3,55 euro per azione. Al 31 dicembre 2018, questa è la mappa degli azionisti: lo Stato francese ha in mano il 15,01% del capitale (con il 28,6% dei diritti di voto), Nissan ha il 15% del capitale ma senza diritti di voto, il fondo pensione Daimler ha una quota del 3,10% (5,91% dei diritti di voto), il fondo dei dipendenti ed ex dipendenti il 2,44% (4,14%). Una quota dell’1,71% è in Treasury stock, mentre il flottante è pari al 62,74%.