Dal primo gennaio 2019 scatta in Italia l’obbligo di fatturazione elettronica fra privati (B2B, cioè Business to Business). Le partite Iva coinvolte dalla novità sono più di cinque milioni fra aziende, commercianti, artigiani, autonomi e professionisti. Tuttavia, le esenzioni non mancano.
Oltre ai piccoli produttori agricoli, a cui la legge già concede di non emettere fatture, saranno esentati dalla fatturazione elettronica obbligatoria anche gli operatori che aderiscono al cosiddetto regime di vantaggio (il vecchio regime dei minimi) e a quello forfettario.
Il primo è rimasto in vigore dal 2012 al 2015 e prevedeva un’imposta sostitutiva del 5% per le partite Iva sotto i 30mila euro di ricavi annui. Dal 2016 non è più possibile scegliere questo regime, ma solo quello forfettario, che assorbe Irap e Irpef (comprese le addizionali regionali e comunali) in una sola aliquota agevolata del 15%.
Al momento, la soglia di reddito entro cui è possibile accedere al regime forfettario oscilla fra 25mila e 50mila euro a seconda delle attività (per i professionisti è a 30mila euro). Ma il Governo è intervenuto su questo punto, introducendo una novità importante.
La bozza della manovra 2019 alza a 65mila euro il limite massimo di fatturato annuo per usufruire dell’aliquota al 15% e il nuovo tetto non è più differenziato in base alle attività, ma vale per tutte le partite Iva.
Il progetto originario prevedeva d’imporre anche un’aliquota aggiuntiva del 5% per il fatturato compreso fra i 65mila e i 100mila euro annui. Al momento, nella legge di Bilancio questo secondo scaglione non compare, ma è possibile che venga inserito durante il passaggio della manovra in Parlamento.
Se andrà così, il numero delle partite Iva esentate dalla fatturazione elettronica aumenterà di circa un milione e mezzo.
Ma attenzione: l’esenzione riguarda soltanto l’emissione delle e-fatture. Le partite Iva escluse da questo obbligo dovranno comunque attrezzarsi per ricevere le fatture di acquisto in formato digitale.
Inoltre, i soggetti ammessi al regime di vantaggio e a quello forfettario continueranno a dover emettere fatture elettroniche nei confronti della pubblica amministrazione.
Salve,
noi siamo un’associazione culturale con regime forfettario per la legge 398. Dobbiamo o no emettere fattura elettronica?
Grazie
Luca
Solita confusione all’italiana.
La fattura elettronica deve valere per tutti!
NO dai sono un forfettino
Salve, io sono un libro professionista con regime forfetario. A me capita di emettere fatture (come fornitore), non di riceverne. Inoltre le fatture che emetto sono prevalentemente rivolte ad aziende che operano nel privato. Le fatture che emetto qualche volta anche in ambito pubblico, le emetto come fornitore nei confronti dell’azienda privata alla quale la stazione appaltante ha affidato dei lavori, per cui non ho rapporti diretti con l’amministrazione ma sono in fondo alla filiera. Che io sappia non mi risulta che nel mio caso debba attivarmi con la fatturazione elettronica o sbaglio? Grazie
Le partite Iva escluse da questo obbligo dovranno comunque attrezzarsi per ricevere le fatture di acquisto in formato digitale
Ti informo,anche se ti definisci giornalista specializzato,che il regime forfettario è tale perche I costi sono stabiliti in base al coefficiente di redditività e quindi non deve essere ricevuta nessuna fattura d acquisto.
Purtroppo non è così. Si presuppone comunque che tu faccia degli acquisti come azienda, quindi devi in ogni caso essere in grado di ricevere la fatturazione elettronica, ed è obbligatorio.
“e quindi non deve essere ricevuta nessuna fattura d acquisto”
Che logica è? Che il fornitore non “deve” fare fattura a chi è in regime forfettario???
Meglio che non “informi”…
“(…) e quindi non deve essere ricevuta nessuna fattura d acquisto”
Lei ha capito tutto della vita hahahahahahahahahahahahahahahhahahahahhahahhahahaha
ti informo che nulla c’entra la ricezione delle fatture di acquisto con il coefficiente di redditività ai fini della determinazione forfetaria del reddito