La riapertura dell’Italia si avvicina, ma quanti Comuni sono veramente pronti? A tracciare una mappa della Fase 2 è un report di Ernst & Young che mette a confronto i dati del contagio da Covid-19 e la capacità di resilienza delle singole città, stando agli indicatori che la stessa società di consulenza ha elaborato nello Smart City Index, in particolari quelli relativi ai fattori sanitari, economici e sociali. Insomma, quanto sono smart le città italiane e quanto questo potrà aiutarle nella ripartenza, tenendo conto delle dimensioni del contagio? Ne viene fuori un’Italia a quattro velocità, con un dato che fa riflettere: più di un capoluogo di provincia su cinque (oltre il 20%), “non sarà in condizione di ripartire immediatamente, ma farà molta fatica, perché non ha le infrastrutture e le tecnologie adatte ad affrontare la complessità della ripartenza”, scrive EY.
RIPARTENZA CRITICA
Tra le città dove la gestione della Fase 2 sarà più critica compaiono ovviamente quelle più colpite dal contagio, come ad esempio Cremona e Lodi (con rispettivamente 151 e 118 contagiati totali su 10.000 abitanti), e che contemporaneamente non svettano nelle classifiche sulle smart city. Significa dunque che non hanno le infrastrutture e le tecnologie sufficienti per adeguare le strutture sanitarie, per riorganizzare la mobilità, per potenziare le reti di telecomunicazioni (e supportare a dovere lo smart working e la didattica a distanza), e soprattutto – con l’arrivo dell’app Immuni ma non solo – rafforzare gli strumenti tecnologici di controllo del territorio, monitorando gli affollamenti e gli assembramenti. Nel gruppo “ripartenza critica” compaiono anche città meno colpite dal contagio ma dalla resilienza ancora più scarsa come Savona, Bolzano, Verbania, Varese (il capoluogo meno colpito della Lombardia con solo 24 contagi su 10.000 abitanti) e poi a vario titolo Lecco, Alessandria, Forlì, Belluno, Ancona e Como.
RIPARTENZA FRENATA
Nel gruppo “ripartenza frenata” EY individua invece città molto colpite dal contagio ma che presentano le caratteristiche di una smart city: l’esempio di scuola è quello di Piacenza, terzo capoluogo più martoriato dal Covid-19 (117 contagiati su 10.000 abitanti, appena 1 in meno di Lodi) ma ben strutturato per reagire. Questo gruppo è praticamente quello delle città del Nord, che pur avendo sistemi di mobilità, reti tlc e reti di sensori molto avanzate, appaiono frenate nella ripartenza da alti livelli di contagio (spesso correlati ad elevati livelli di ospedalizzazione e carenza di medici di base sul territorio): dunque troviamo Bergamo e Brescia ma anche la stessa Milano, oltre che Venezia, Torino, Firenze, Genova, Parma, Bologna, Padova, Pavia, Trento, Trieste, Verona, e a sorpresa Pescara, unica città non del Nord presente in classifica ma che in quanto a punteggio Smart City Index è più che sufficiente.
RIPARTENZA LENTA
In questo gruppo EY inserisce i capoluoghi con basso livello di contagio ma anche bassa resilienza. E dunque inevitabilmente, e per i motivi esattamente opposti a quelli del gruppo precedente, troviamo quasi tutte le città del Sud, ma anche la stessa Roma, Prato, Gorizia, e a sorpresa Rovigo. Il capoluogo veneto, pur trovandosi non lontano dal primo focolaio di Vo’ Euganeo, conferma il miglior controllo dell’infezione nella regione governata da Luca Zaia: solo 13 contagiati ogni 10.000 abitanti. Ma la sua ripartenza sarà comunque rallentata dal fatto che se è vero che l’organizzazione sanitaria ha retto, non lo stesso si può dire di infrastrutture e tecnologie, che non consentiranno un veloce ritorno a una pseudo normalità. In questo cluster rientrano: Napoli, Catania, Palermo, Reggio Calabria, Taranto, Salerno, Matera, Terni, Brindisi, L’Aquila, Latina, Frosinone, Messina e via dicendo.
RIPARTENZA AGEVOLE
Se è vero che in generale le città del Sud sono state meno colpite dal contagio, non è però vero che nessuna di loro è virtuosa come smart city. Anzi, le eccezioni ci sono eccome e i capoluoghi meridionali che rientrano nella prima fascia, quella che ripartirà meglio e prima, sono 6 su 12, cioè la metà del totale: si tratta di Bari, Lecce, Cosenza, Cagliari, Sassari e Potenza. Insieme a Siena, Pisa, Pordenone, Udine, Livorno e Perugia, sono i luoghi dove secondo EY approfittare della ripartenza sarà più facile, perché hanno le infrastrutture e le tecnologie già pronte, e possono controllare meglio i pochi contagi sul loro territorio. La città più pronta in assoluto dovrebbe essere Cagliari: il capoluogo sardo non è stato travolto dal contagio e conta su un ottimo sistema di trasporto pubblico integrato dai servizi di sharing mobility e fortemente digitalizzato, oltre ad una rete di sensori collegati ad una centrale di controllo urbano molto avanzata. Nella classifica Smart City Index Cagliari supera gli 80 punti su 100. Se 100 è Milano, Cagliari fa meglio ad esempio di Roma (48), Padova, Trento Brescia, e appena peggio di Bergamo.