Il lockdown francese dura una settimana in più rispetto all’Italia, ma la riapertura sarà meno graduale e avverrà lasciando ampio margine di discrezionalità agli enti locali. Anche se la task force che studia il piano aveva ipotizzato un piano diverso per regioni, il presidente Emmanuel Macron, nel solco della tradizione centralista transalpina, ha alla fine optato per una soluzione “giacobina”, ovvero un’unica cornice per tutto il Paese in cui però saranno ammesse deroghe a livello territoriale. Deroghe che per forza ci saranno, visto che la diffusione del virus Oltralpe, così come in Italia, è molto eterogenea: anche lì, in linea di massima, è comunque il Nord (Parigi e l’area al confine con Germania e Belgio) ad essere stato più colpito.
La riapertura dell’11 maggio sarà pressoché totale: tutti i negozi (tranne bar e ristoranti), pur nel rispetto delle condizioni di sicurezza, le fabbriche (il settore auto ad esempio riparte già in questi giorni), e persino le scuole. Il rientro sarà graduale ma già dopo il 10 maggio, lasciando però la scelta ai genitori, senza nessun obbligo di presenza, torneranno in aula le classi di prima e quinta elementare, e si proseguirà a scaglioni per medie e liceo fino al 25 maggio. In Francia l’anno scolastico si conclude alla fine di giugno, quindi il rientro non è soltanto simbolico. Persino agli anziani, la fascia più esposta della popolazione, sarà alla fine consentito di muoversi: non saranno costretti a restare a casa, come si era detto in un primo tempo, ma ci sarà solo un invito a essere prudenti.
Via libera anche ai trasporti pubblici, con l’obbligo rigoroso di mascherina. Il distanziamento è ritenuto troppo complicato e dunque i mezzi riprenderanno quasi a pieno regime, anche se permane l’invito, per tutte le aziende e i lavoratori che possono, ad evitare spostamenti e a proseguire le attività in smart working. La rete dell’area metropolitana di Parigi, ad esempio, ripartirà al 70% per le linee classiche e addirittura per il 100% nel caso delle metropolitane senza conducente. Solo intorno alla capitale, dunque, si prevede lo spostamento di 8 milioni di persone: meno dei soliti 12 milioni, ma molti di più dei 2 milioni che finirebbero per essere in caso di applicazione anche dei criteri di contingentamento. Peraltro sulle stesse mascherine anche in Francia c’è un grosso problema: non si trovano facilmente.
L’unica vera restrizione che permarrà anche l’11 maggio è quella del divieto di muoversi tra regioni diverse, e come detto la chiusura di bar e ristoranti, per i quali si dovrà aspettare il 15 giugno, anche se è già ammessa la consegna a domicilio, come in Italia. La Francia dunque accelera sulla ripresa, il “deconfinement” come lo chiamano loro, incoraggiata anche da un contagio che sembra essere contenuto: secondo il primo studio epidemiologico dell’Institut Pasteur, solo il 5,7% dei francesi sono stati contagiati dal virus (12% a Parigi) e dopo cinque settimane di confinamento il tasso R0 è sceso a 0,5.