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Faro Antitrust su Stellantis, Tesla, Volkswagen e Byd: pratiche scorrette nelle informazioni sulle auto elettriche

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha avviato un’indagine su Byd Industria Italia, Stellantis Europe, Tesla Italy e Volkswagen Group Italia per possibili pratiche commerciali scorrette, con particolare attenzione alle informazioni fornite ai consumatori. L’indagine riguarda principalmente l’autonomia dichiarata delle auto elettriche, la perdita di capacità delle batterie e le condizioni delle garanzie offerte dai produttori.

Secondo l’Antitrust, le case automobilistiche avrebbero diffuso dati generici e talvolta contraddittori, senza chiarire i fattori che influenzano le prestazioni reali dei veicoli. In particolare, sui siti web, sarebbero state fornite informazioni poco chiare riguardo all’autonomia dei veicoli elettrici, senza specificare gli elementi che determinano il chilometraggio massimo dichiarato e il loro impatto sul chilometraggio effettivo. Inoltre, le informazioni sulla degradazione delle batterie e sui limiti della garanzia non sarebbero sempre state comunicate in modo trasparente.

Sempre sui propri siti, gli operatori non avrebbero fornito in modo completo e chiaro le informazioni sulla perdita di capacità delle batterie derivante dall’uso normale delle vetture, né avrebbero chiarito le condizioni o limitazioni applicate alle garanzie convenzionali sulle batterie.

Nonostante l’avvio dell’istruttoria, il titolo Stellantis registra un rialzo dello 0,96% in Borsa, segno che l’indagine non sembra aver scosso la fiducia degli investitori.

Ispezioni della Guardia di Finanza

Per approfondire la questione, i funzionari dell’Autorità, supportati dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno condotto ispezioni nelle sedi italiane delle quattro aziende coinvolte. L’obiettivo è verificare se le pratiche adottate dalle case automobilistiche siano in contrasto con il Codice del Consumo e se possano aver condizionato le scelte dei consumatori con informazioni fuorvianti.

Le reazioni delle associazioni dei consumatori

L’iniziativa dell’Antitrust è stata accolta positivamente dalle associazioni dei consumatori, che da tempo denunciano una scarsa trasparenza nel settore delle auto elettriche.

Il Codacons ha definito l’indagine “fondamentale per fare chiarezza su un mercato ancora poco regolamentato”. L’associazione sottolinea che “le informazioni rilasciate ai consumatori sono troppo spesso poco trasparenti, se non addirittura ingannevoli” e aggiunge: “Se saranno accertate irregolarità, siamo pronti ad avviare azioni risarcitorie per i proprietari di veicoli che sono stati indotti all’acquisto sulla base di dati non veritieri”.

Anche Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, ha espresso il proprio sostegno all’istruttoria. “Finalmente si fa luce su un mercato caratterizzato da troppe informazioni fuorvianti a danno degli automobilisti” ha dichiarato il presidente Davide Galli. “Se prima erano i consumi dichiarati delle auto termiche a essere messi in discussione, oggi il problema riguarda le batterie delle auto elettriche. I produttori tendono a esaltare i chilometri percorribili con una ricarica, senza specificare i numerosi fattori che ne riducono l’autonomia reale”. Galli ha poi puntato il dito contro le limitazioni imposte dalle case automobilistiche sulle garanzie: “In media, le batterie sono garantite per 8 anni o 160.000 chilometri, ma gli automobilisti sono obbligati a fare la manutenzione solo nelle officine autorizzate, dove i costi sono spesso più alti rispetto alla media”.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, ha chiesto maggiore trasparenza, evidenziando che “l’autonomia dichiarata dai produttori deve corrispondere a quella reale, così come i tempi di ricarica, che variano molto in base alla potenza dell’infrastruttura utilizzata”. Dona ha inoltre sottolineato che “la perdita di capacità delle batterie nel tempo è un fenomeno inevitabile, ed è essenziale che il consumatore ne sia informato prima dell’acquisto, altrimenti si rischia di condizionare in modo scorretto le sue decisioni economiche”.

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