Nel periodo 1995-2014 le famiglie italiane hanno vissuto due diverse fasi: una di moderata crescita e una di forte contrazione del loro benessere economico. La prima si è arrestata con lo scoppio della crisi finanziaria nel 2007-2008, la seconda è proseguita fino al 2012-2013. Il 2014 ha visto una riduzione del rallentamento. Nel complesso, però, il reddito disponibile familiare nel 2014, in termini reali, è inferiore al 1995 dell’8.4%; se corretto per la composizione familiare, il reddito del 2014 è invece pari al livello del 1995.
Dopo sette anni di caduta di reddito disponibile (2007-2014), corrispondenti a una perdita in termini reali del 10.6%, i dati di contabilità nazionale indicano per il 2015 i primi segnali di recupero (+0.7%); nel 2016 Prometeia prevede un’ulteriore ripresa, con una crescita del 2.4%.
A fine 2015 Banca d’Italia ha reso disponibili i dati microeconomici dell’Indagine sui Bilanci delle Famiglie (IBF) del 2014, che utilizziamo per analizzare l’andamento del reddito disponibile familiare nel periodo 1995-2014. In linea con i dati di contabilità nazionale, il reddito disponibile medio delle famiglie ha iniziato la sua caduta nel 2008, seguendo un trend decrescente fino al 2014: tra il 2006 e il 2014 le famiglie italiane hanno subito una perdita, in termini reali, pari al 15.1%. Il 2010-2012 è stato il periodo di maggior perdita, -12.4%; tra il 2006 e il 2008 la caduta è stata del 3.6% mentre nel 2008-2010 dello 0.6%. Tra il 2012 e il 2014 si osservano i primi deboli segnali di ripresa, con una crescita dello 0.4%.
Tuttavia, quando si analizzano i redditi familiari bisogna tenere conto anche della numerosità del nucleo e della sua composizione. Per questo si fa riferimento a un reddito “astratto”, il reddito equivalente, che rende confrontabili i redditi di famiglie diverse. Il reddito medio equivalente è caduto del 14.3% tra il 2006 e il 2014, con una forte flessione nel 2008-2010 (-10.9%). Al contrario del reddito disponibile, quello equivalente ha visto una riduzione (-1.3%) anche nel 2012-2014, conseguenza dell’incremento della numerosità media familiare per la prima volta dopo molti anni. Tuttavia, il reddito equivalente non è mai sceso, sul periodo analizzato, a di sotto del valore del 1995, mentre il reddito medio disponibile nel 2014 è inferiore al valore del 1995 dell’8.4% in termini reali.
La suddivisione per quintili illustra i contributi delle diverse parti della distribuzione dei redditi all’evoluzione nel tempo del reddito medio. I tassi di crescita positivi del periodo 1995-2006 sono sostenuti dalla crescita di tutti i quintili (nessun livello di reddito escluso, quindi), così come il calo tra il 2006 e il 2012 è determinato dalla caduta di tutti i quintili. In questo caso però il primo quintile – il più povero della popolazione – appare come quello che ha contribuito in misura più rilevante alla contrazione del reddito totale. Nell’ultimo biennio 2012-2014 il quadro si è fatto composito: il reddito del quintile più povero ha continuato a cadere (-5.7%), insieme al secondo (-0.9%) e all’ultimo (-2.9%). I redditi della parte medio-alta della distribuzione (terzo e quarto quintile) mostrano invece leggeri segnali di recupero (+1.2 e +0.6% rispettivamente).
Anche guardando alle diverse età, si osserva una caduta generalizzata del reddito equivalente nel periodo 2010-2014, inclusa la classe dei più anziani che riflette il calo dei redditi da pensione. I più giovani (età 20-34) hanno sperimentato, tra il 2010 e il 2014, una perdita in termini reali del 15.7%, al di sotto del 12.3% rispetto al livello 1995. Anche le classi intermedie (35-44 e 45-54) hanno nel 2014 redditi medi equivalenti inferiori al livello del 1995, rispettivamente del 2.9% e del 5.9%. La perdita più pesante sembra essere quella dei 55-64enni, che nell’ultimo biennio (2012-2014) hanno perso il 5.3%. Tuttavia, i redditi delle due classi di età maggiori sono gli unici che nel 2014 si trovano a un livello superiore, in termini reali, a quello del 1995.
In media, però, i redditi hanno sperimentato una variazione nei livelli tra gruppi. Nel 1995 i redditi equivalenti della classe più giovane (20-34) erano circa a metà tra i redditi delle classi 35-44 e 45-54 ma più elevati rispetto agli ultra 65enni. A partire invece dal 2006 diventano, in media, i più bassi, acuendo il divario con la classe 55-64, che su tutto il periodo percepisce il maggior reddito equivalente: la distanza è più che triplicata, passando dal -7.7% nel 1995 al -27.7% nel 2014.