Chi emette o usa fatture false non sarà perseguito se il valore della truffa è inferiore a mille euro. La dichiarazione infedele, inoltre, sarà punita con semplici multe, non più con sanzioni penali. Secondo quanto anticipato anche dall’agenzia di stampa Public Policy, sono queste le principali novità che emergono dalla bozza del decreto sull’abuso di diritto, uno dei provvedimenti attuativi della delega fiscale (il quarto dopo quelli già approvati sulla dichiarazione dei redditi precompilata, sulla riforma del catasto e sul riordino delle accise sui tabacchi). Il testo dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri già domani.
FALSE FATTURE NON PUNIBILI FINO A 1.000 EURO
Ad oggi, il reato di “frode mediante uso ed emissione di fatture per operazioni inesistenti” è punito con la reclusione da 18 mesi a 6 anni. Una pena non leggera, che ora rischia di essere azzerata per chi si limita a frodare fino a 999 euro. In realtà, l’Agenzia delle Entrate, che ha collaborato con il Tesoro e la Guardia di Finanza per la stesura del decreto, si era opposta alla completa impunità, proponendo al suo posto un’attenuazione della pena, ad esempio una contravvenzione.
ABUSI PUNITI SOLO CON UNA MULTA
Ma non è finita: il decreto raddoppia anche la soglia sotto la quale non sono punibili per dichiarazione infedele le imprese sottoposte al regime di “adempimento collaborativo”, un progetto pilota nato per aumentare la trasparenza del rapporto con i grandi contribuenti. Per gli abusi, inoltre, è prevista la sanzione amministrativa, non più quella penale.
LE NUOVE NORME HANNO VALORE RETROATTIVO
La bozza del decreto decreto precisa inoltre che le nuove norme “verranno applicate anche alle condotte abusive già commesse alla data dell’entrata in vigore del decreto legislativo per le quali non sia stato notificato il relativo atto impositivo”, ovvero un accertamento. La precisazione non è secondaria: in questo modo, i contenziosi oggi in corso non rischiano la decadenza.
IVA E RITENUTE
Nel pacchetto dovrebbe poi rientrare il superamento del reato di omesso versamento dell’Iva, mentre la depenalizzazione dell’omesso versamento di ritenute non dovrebbe vedere la luce.