Facebook continua a subire i contraccolpi dello scandalo Cambridge Analytica. Il caso, nato da un’inchiesta del quotidiano britannico The Guardian e del giornale statunitense New York Times, ha messo nei guai Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato del popolare social network.
La Commissione parlamentare britannica sulla Cultura, i Media e il Digitale ha infatti chiesto al Ceo di Facebook di comparire ad un‘audizione per rendere conto del presunto abuso dei dati di milioni di utenti. Lo ha reso noto il presidente della commissione, Damian Collins, citando una sua lettera al patron del colosso Usa del web in cui si accusa il management dell’azienda di aver “ingannato” l’organismo in precedenti audizioni. Non solo, le autorità britanniche hanno già chiesto un mandato di perquisizione della Cambridge Analytica, accusandola di non collaborare.
Ma la Gran Bretagna non è la sola a volerci vedere chiaro. Anche La Commissione europea chiederà chiarimenti a Facebook. E’ quanto è stato deciso dopo una riunione delle autorità di protezione dei dati degli Stati membri. Il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha annunciato che i deputati condurrano un’inchiesta sulla “violazione inaccettabile dei diritti alla privacy dei dati”.
We’ve invited Mark Zuckerberg to the European Parliament. Facebook needs to clarify before the representatives of 500 million Europeans that personal data is not being used to manipulate democracy.
— Antonio Tajani (@EP_President) 20 marzo 2018
Sulla stessa linea la Casa Bianca: ‘Il presidente americano Donald Trump – afferma il vice portavoce della Casa Bianca, Raj Shah – ritiene che i diritti alla privacy degli americani dovrebbero essere tutelati”.
La dura reazione allo scandalo ha causato un nuovo crollo del titolo che, a meno di un’ora dall’apertura del Nasdaq cede il 5,6 per cento a quota 162,9 dollari. Il calo odierno segue al tonfo registrato nella seduta di ieri, 19 marzo, quando le azione Facebook sono crollate del 6,8%, mandando in fumo circa 36 miliardi di dollari. Non solo, il calo del gruppo di Menlo Park ha zavorrato anche Twitter che viaggia in pesante ribasso, segnando un rosso superiore al 9%. Giù pure Snapchat (-3,6%).
Ricordiamo che lo scandalo riguarda la presunta violazione di account Facebook da parte di Cambridge Analytica per influenzare la campagna elettorale Usa del 2016 e il referendum sulla Brexit. Secondo quanto riportato dai due giornali che hanno condotto l’inchiesta, Zuckerberg & Co. sarebbero stati a conoscenza dell’utilizzo illecito dei dati degli utenti sin dal 2015, e si sarebbero adoperati per chiederne la cancellazione, senza però informare nessuno della violazione.
A causa di quanto accaduto, stamattina è “caduta la prima testa”. Si è infatti dimesso il responsabile della sicurezza delle informazioni, Alex Stamos, che ha parlato di “disaccordi interni” su come affrontare la vicenda e su come i vertici di Facebook hanno gestito la questione delle fake news che vengono diffuse attraverso la piattaforma.