La Fed potrebbe segnalare, oltre all’aumento dei tassi, la necessità di procedere ad almeno quattro aumenti nel corso dell’anno per fronteggiare l’aumento di liquidità dovuto agli sgravi fiscali e all’aumento delle spese del budget federale. È questa l’opinione prevalente tra gli analisti, tra cui il capo economista di Goldman Sachs, a poche ore dal primo vertice della Banca centrale Usa sui tassi presieduta da Jerome Powell. La Fed dovrebbe anche alzare le stime sull’economia.
Le previsioni non hanno però frenato Wall Street, che ha chiuso in rialzo: Dow Jones +0,47%, S&P500 +0,15%, Nasdaq +0,27%, nonostante non si plachi la tempesta su Facebook. Ma il mercato si adegua alla probabile correzione della traiettoria del rialzo dei tassi, comprando dollari e vendendo obbligazioni. Il rendimento del decennale sale a 2,89%, da 2,85% di ieri. Il rendimento del biennale si spinge a 2,34%, nuovo massimo dal 2008, da 2,31% di ieri. Il differenziale tra decennale e biennale è sui minimi degli ultimi due mesi a 55 punti base.
Ma oltre alla Fed, a condizionare i mercati sono state le tensioni sui prezzi del petrolio e, non meno importante, gli sviluppi del caso Facebook: Mark Zuckerberg, scrive Les Echos, “è l’indiziato mondiale numero uno”.
A favorire il mercato è stata la corsa del petrolio che ha chiuso in rialzo del 2,1%, a 67,60 dollari il barile. L’incontro di ieri tra il principe della corona dell’Arabia Saudita, Mohammed Bin Salman, e Donald Trump, potrebbe aver preparato il terreno per una cancellazione dell’accordo sul nucleare iraniano firmato da Obama Barack. Si potrebbe alzare di conseguenza la tensione tra Arabia Saudita ed Iran, due pesi massimi dell’Opec. In più, secondo indiscrezioni, la scorsa settimana le scorte di greggio degli Stati Uniti sarebbero scese di oltre tre milioni di barili: il consensus si aspetta invece un incremento di 3,2 milioni di barili. Pesa anche il rischio del tracollo della produzione in Venezuela, già dimezzata dal 2005 a meno di 2 milioni di barili al giorno a causa di una profonda crisi economica.
Le società petrolifere sono state tra le protagoniste della seduta di ieri a Wall Street, ma anche stamattina in Asia si mettono in luce. Anche a Piazza Affari l’incremento dei prezzi del greggio ha sostenuto i titoli del settore: Saipem +1,69%, Eni +1,38% (SocGen ha confermato il Buy con target a 17 euro) e Tenaris +1,99%.
LA TEMPESTA ZUCKERBERG TRAVOLGE TWITTER (-10,4%)
Facebook ha limitato al 2,6% le perdite dopo una seduta convulsa in cui il ribasso aveva superato la soglia del 5%. La bufera ha però investito altri social media: Twitter ha lasciato sul terreno il 10,38%, Snap il 2,56%. Intanto cresce l’impatto politico dello scandalo dei dati rubati agli utenti del social media. Alexander Nix, il manager licenziato da Cambridge Analytica, la società di consulenza protagonista delle operazioni elettorali, in un video si attribuisce un ruolo determinante nella vittoria di Trump.
TONFO DI ORACLE, OGGI TOKYO E’ CHIUSA
Tra i tecnologici da segnalare anche il tonfo di Oracle, in calo del 10% all’indomani della presentazione dei dati del trimestre. Recupera invece Amazon (+2,7%). Bene Nike (+1,7%).
Stamattina le Borse della Cina sono in rialzo, quella del Giappone è chiusa. Hong Kong +1,2%. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,8%. BSE Sensex di Mumbai +1%.
G20, TUTTI CONTRO I DAZI DI TRUMP. IL BITCOIN EVITA LE SANZIONI
“Il commercio internazionale e gli investimenti sono motori primari per la crescita, la produttività, l’innovazione, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo”, si legge nel comunicato del G20. Questa frase, inserita all’ultimo momento, riflette il tentativo di evitare una rottura definitiva con gli Stati Uniti sul tema dei dazi. “Non si tratta di protezionismo – ha sostenuto il responsabile del Tesoro Usa, Steven Mnuchin – ma di stabilire relazioni commerciali più eque”.
Intanto il 23 marzo entrano in vigore le tasse doganali Usa sulle importazioni di acciaio (25%) e alluminio (10%) che hanno sollevato i timori di una guerra commerciale globale. Ma non si dispera di poter trovare un accordo tra Ue, Giappone e Washington.
Al termine dell’incontro odierno, il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha affermato che i partecipanti si sono anche detti d’accordo sul fatto che le criptovalute pongono dei rischi ma non devono essere messe al bando.
IL CALO DELL’EURO AIUTA LE BORSE UE. MILANO +0,7%
Le Borse europee si sono rafforzate nel finale, sostenute dal rimbalzo di Wall Street, dai rialzi dei mercati petroliferi e dalla frenata dell’euro dopo il calo dello Zew, l’indice della fiducia tedesca.
A Milano l’indice ha chiuso in rialzo dello 0,73% a 22.798 punti. Anche gli altri mercati recuperano buona parte del terreno perduto: Francoforte +0,74%; Londra +0,26%.
A PARIGI BOLLORÉ INCASSA UNA PLUSVALENZA DI 1,2 MILIARDI
Parigi +0,57%. Chiude in rosso Vivendi che nel pomeriggio ha annunciato la vendita del 27,27% del gigante dei videogiochi Ubisoft. Dopo due anni e mezzo di assedio, Vincent Bolloré (che controlla Gamesoft, la società gemella specializzata nei giochi per il mobile) rinuncia alla conquista della controllata della famiglia Guillemot che aprirà il capitale ai cinesi di Tencent. Ma a cessione avvenuta, dietro il pagamento di due miliardi di euro, ha garantito al finanziere una plusvalenza di 1,2 miliardi di euro: la partecipazione, acquisita in tre successivi momenti, era stata pagata in tutto 794 milioni.
FRENA LA FIDUCIA IN GERMANIA E IN ITALIA
Le tensioni commerciali e l’incertezza politica dell’eurozona si fanno sentire sull’umore degli europei. A marzo l’indice relativo alla fiducia delle imprese in Germania è sceso da 17,8 a 5,1 punti, deludendo ampiamente le attese. “Le preoccupazioni su una possibile guerra commerciale degli Stati uniti hanno reso gli esperti più cauti nelle loro previsioni”, ha detto il Presidente dello Zew, Achim Wambach, aggiungendo che “l’euro forte sta anche ostacolando le prospettive economiche della Germania, una nazione dipendente dall’export”.
Cattive notizie anche per l’indice della fiducia dell’economia italiana, in forte calo a marzo (-20,7 punti, a -5,4).
I BTP SNOBBANO L’ALLARME DI BLACKROCK
BlackRock ha lanciato l’allarme sui Btp. Scott Thiel, vice responsabile per gli investimenti, ha definito l’esito delle elezioni del 4 marzo come il peggiore possibile, con i partiti antisistema che ambiscono a formare un governo. Pertanto, il consiglio è di stare sottopesati (underweight) sui titoli di Stato italiani.
Nonostante l’allarme, le indicazioni dei mercati vanno per ora in direzione opposta: il differenziale tra il rendimento tra BTP e Bund scende a 131 punti base, da 138 punti base di ieri. Lo spread Italia-Germania, incurante della trattativa in corso a Roma tra i partiti che hanno vinto le elezioni, da circa due mesi è sotto i 140 punti base, la soglia di allerta.
Il rendimento sul benchmark decennale è sceso a 1,89%, il livello più basso da fine gennaio.
SALE A 66 PUNTI LO SPREAD CON LA SPAGNA
A proteggere i titoli del nostro Tesoro contribuisce l’elevata liquidità ma anche il rally degli altri periferici, come Spagna e Portogallo.
A marzo il rendimento del decennale spagnolo ha stretto di oltre 25 punti, ai minimi da novembre 2016, grazie anche all’attesa della promozione, venerdì, del rating di Madrid da parte di S&P (ora BBB+ con outlook positivo).
Parallelamente lo spread Italia/Spagna si è allargato fino a 66 pb, nuovo massimo da agosto scorso. “Oltre 60 punti di differenza esprimono sicuramente una valutazione negativa della situazione politica italiana – è il commento di un trader – Ma con un decennale spagnolo all’1,30% è chiaro che il Btp non può stare molto sopra al 2%”.
Oggi, a mercati chiusi, il Tesoro fornirà i primi dettagli sulle aste di lunedì 26, in cui è atteso il lancio del nuovo Ctz marzo 2030 oltre all’offerta di indicizzati. Intesa Sanpaolo prevede un importo fino a 3 miliardi per il nuovo titolo e fino a un 1,5 miliardi di Btpei.
BANCHE POSITIVE, MA NON SI ARRESTA LA FRANA MPS
Le banche, barometro del listino, hanno consentito a Milano di far segnare una performance migliore rispetto alle altre borse europee: il paniere ha terminato le contrattazioni con un progresso dello 0,58%. Intesa +0,63% e Unicredit +0,47%. Bene Mediobanca (+1,1%). Non si arresta la caduta di Banca Monte dei Paschi: -1,87%. Dal 9 febbraio, data della pubblicazione dei risultati, il titolo ha perduto il 25%. Finecobank +2,57%.
Fuori dal paniere principale, Carige continua a soffrire: -2,25%. Creval +0,84% dopo la chiusura dell’aumento di capitale che non ha richiesto l’intervento del consorzio di garanzia.
Tra le assicurazioni, Cattolica +1,65% in attesa dei risultati. Banca Imi ha confermato la raccomandazione add e il prezzo obiettivo a 11,3 euro in vista dei conti, mentre Banca Akros ha ribadito il rating neutral e il target price a 10,6 euro.
RIPARTE FCA: PIACE LOSPIN-OFF DI COMAU
In forte recupero l’automotive: l’indice stoxx europeo è salito dell’1,05%. A Piazza Affari guida la corsa Fiat Chrysler (+2,46%): Equita Sim ha ribadito la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 20,4 euro dopo la conferma arrivata da Sergio Marchionne che anche Comau, dopo Magneti Marelli, potrà essere oggetto di spin-off nel 2019.
Positive anche Exor (+1,48%), Ferrari (+1,49%) e Brembo (+0,71%). Discorso a parte per Cnh Industrial (-1,07%), che ha risentito delle dimissioni del Ceo Richard Tobin.
FERRAGAMO AVANZA DOPO LA VITTORIA SUI FALSI
Prosegue il trend positivo del lusso: Salvatore Ferragamo (+1,48%) beneficia della decisione del tribunale di New York che ha confermato l’inibitoria nei confronti di 60 proprietari ignoti di profili illeciti e il trasferimento alla griffe del controllo di circa 150 nomi a dominio che usurpavano il marchio.
Moncler +1,88% a 30,26 euro (+16% da inizio anno) ha aggiornato il record storico. Kepler-Cheuvreux ha ribadito la raccomandazione Buy, target 31 euro.
Tra le small cap del settore spicca Stefanel (+7,11%), galvanizzata dai risultati 2017.
DATALOGIC E IMMSI SUPERSTAR, STOP PER A2A
Seduta a due volti per A2A (-0,97%). Dopo aver toccato un massimo di giornata a 1,5225 euro, il titolo ha invertito la rotta e pagato delle prese di profitto nel giorno della pubblicazione del piano al 2022 e dei risultati del 2017 che sono stati caratterizzati da un dividendo superiore alle stime degli analisti.
Datalogic baldanzosa (+4,49%) nel giorno della pubblicazione dei risultati 2017.
Spicca il volo Immsi (+10,67%) in attesa dei risultati. Prosegue il momento d’oro di Fincantieri (+2,64%) e di Technogym (+2,68%).