L’Autorità Garante della Privacy ha comminato a Facebook una multa pari a un milione di euro, una cifra che non manderà certo in bancarotta il colosso guidato da Mark Zuckerberg, ma che rappresenta la sanzione più alta mai comminata al popolare social network nel nostro Paese.
Alla base della decisione c’è lo scandalo Cambridge Analytica scoppiato nel marzo dello scorso anno. Per chi lo avesse dimenticato: Facebook aveva permesso alla società americana di raccoglie dati personali di 87 milioni di utenti in tutto il mondo allo scopo di creare per creare profili psicologici da usare in campagne di marketing super mirate, ma anche per tentare di influenzare le presidenziali americane del 2016. Il tutto senza aver ottenuto l’autorizzazione degli interessati.
La sanzione, in base al vecchio Codice Privacy, fa seguito al provvedimento del Garante del gennaio di quest’anno con cui l’Autorità aveva vietato a Facebook di continuare a trattare i dati degli utenti italiani.
Entrando nel merito della decisione, in seguito alle indagini effettuate, il Garante ha accertato che “57 italiani avevano scaricato l’app Thisisyourdigitallife attraverso la funzione Facebook login e che, in base alla possibilità consentita da questa funzione di condividere i dati degli “amici”, l’applicazione aveva poi acquisito i dati di ulteriori 214.077 utenti italiani, senza che questi l’avessero scaricata, fossero stati informati della cessione dei loro dati e avessero espresso il proprio consenso. La comunicazione da parte di FB dei dati alla app Thisisyourdigitallife era avvenuta quindi in maniera non conforme alla norme sulla privacy”, spiega l’Autorità in una nota..Da sottolineare che la multa arriva in base al vecchio codice della Privacy, sostituito un anno fa dalle norme GDPR. Il garante della Privacy, Antonello Soro, ha spiegato a Repubblica che “nuove e più pesanti sanzioni, alla luce delle norme Gdpr (in vigore da maggio 2018) potranno arrivare con la futura autorità garante privacy”.