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Facebook, conti sopra le attese ma il titolo crolla sul profit warning

Il social network di Mark Zuckerberg raddoppia gli utili nel terzo trimestre, toccando il miliardo e 350 milioni di iscritti e avanzando nel mercato pubblicitario – Ma questo non basta a Wall Street, dove il titolo ha perso l’11%: ecco perché.

Facebook, conti sopra le attese ma il titolo crolla sul profit warning

Un utile netto quasi raddoppiato, ricavi in aumento e un esercito che arriva a toccare il miliardo e 350 milioni di iscritti. Eppure questo non basta a Facebook per convincere Wall Street: il colosso di Mark Zuckerberg ha chiuso un ottimo trimestre ma contestualmente ha lanciato un warning sui profitti del prossimo anno, condizionato dai forti investimenti in infrastrutture programmati e dalla “digestione” delle ultime acquisizioni, da WhatsApp a Oculus.

E così nonostante un utile netto balzato del 90% a 806 milioni di dollari, o 30 centesimi per azione, rispetto ai 425 milioni di dollari del 2013, e con ricavi saliti del 59% a 3,2 miliardi di dollari, Facebook cade in Borsa (sulla scia di quanto fatto da Twitter il giorno prima): -11% nelle contrattazioni dopo la chiusura di Wall Street. I risultati oltre le attese avevano invece inizialmente consentito di chiudere la seduta regolare in progresso dell’1%.

L’amministratore delegato, Mark Zuckerberg, si dice comunque soddisfatto di un “buon trimestre con solidi risultati”. E assicura: “Continuiamo a focalizzare la nostra attenzione nel servire la comunità e continuiamo a investire per connettere il mondo nel prossimo decennio”. A spingere Facebook sono gli amici che si collegano dai dispositivi mobili: il social network è infatti diventato una società soprattutto mobile, come dimostra il recente lancio di Facebook Audience Network. E finalmente è arrivato, anche sul segmenteo mobile, l’atteso riscontro pubblicitario: secondo alcune stime, entro la fine dell’anno Facebook dovrebbe arrivare a controllare il 20% dell’industria pubblicitaria mobile global, approfittando del rallentamento di Google, la cui quota dovrebbe scendere al 45% dal 50% di due anni fa.

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