È arrivata la parola fine per la storica cartiera Giano di Fabriano. Ieri è uscita l’ultima bobina di carta prodotta dalla macchina F3, segnando la fine di una tradizione produttiva che è andata avanti ininterrottamente per almeno 50 anni. La storica macchina, la più grande del Gruppo Fedrigoni, situata nello stabilimento di Vetralla a Fabriano (Ancona), era in funzione dal 1976 e ha prodotto per decenni una delle carte più conosciute in Italia, come il celebre Copy 2.
L’ultimo foglio prodotto è stato firmato dagli operai, ponendo così la parola fine a una fase industriale fondamentale per Fabriano e per la storia della carta.
Fabriano, Fedrigoni non trova partner ed esce dal business della carta
Alle 8:15 di ieri mattina, la macchina F3 di Fabriano è stata spenta definitivamente. Un’uscita di scena simbolica per una macchina che non si era mai fermata, nemmeno nei periodi di ferie estive, come ha ricordato il consigliere comunale Riccardo Ragni: “Una linea di produzione che, a mia memoria, non era mai stata fermata, neppure un solo giorno”.
La decisione di chiudere la cartiera è arrivata a seguito di un lungo processo di ricerca di un altro partner da parte del Gruppo Fedrigoni (da dicembre 2017 di proprietà del fondo americano Bain Capital), che ha deciso di uscire dal business della carta per ufficio, “Abbiamo cercato a lungo partner disposti a rilanciare la competitività del sito, ma senza successo”, ha dichiarato l’amministratore delegato Marco Nespolo. La chiusura segna una tappa dolorosa per il territorio, con un forte impatto su una comunità che da sempre ha legato la sua identità alla produzione cartaria.
Lavoratori in lacrime: “È un colpo al cuore”
Emozione e lacrime per i 174 dipendenti della fabbrica. Valerio Monti, segretario della Uilcom e operaio della Giano Srl, ha parlato di un momento di grande sconforto: “I dipendenti erano in lacrime. Per noi è un colpo al cuore”, ha commentato. La fine della produzione ha segnato non solo la perdita di un’importante attività industriale, ma anche un pezzo di storia per Fabriano, dove la carta è parte integrante della tradizione locale.
I lavoratori hanno espressamente richiesto che l’ultima bobina prodotta venga conservata al Museo della Carta e della Filigrana, affinché le future generazioni possano ricordare l’importanza di questa industria.
Un anno di cassa integrazione straordinaria per i lavoratori
Nonostante la chiusura dello stabilimento, i 174 lavoratori di Fabriano e Vetralla non saranno immediatamente licenziati. Un accordo tra il Gruppo Fedrigoni, le istituzioni locali e i sindacati ha sospeso la procedura di licenziamento collettivo, permettendo ai dipendenti di accedere a un anno di cassa integrazione straordinaria.
Inoltre, l’azienda ha promesso di cercare soluzioni alternative, con ricollocamenti in altre aree del Gruppo Fedrigoni, tra cui il business sicurezza e la produzione di carte artistiche. “Abbiamo garantito opportunità di ricollocamento per tutti i lavoratori coinvolti”, ha affermato il sindaco di Fabriano, Ghergo.
Per il 2025, saranno previsti prepensionamenti e la creazione di nuove posizioni attraverso investimenti sul territorio. Nonostante le difficoltà, l’accordo è visto come una garanzia di sostegno per i lavoratori, sebbene rimanga il rammarico per la chiusura definitiva dello stabilimento.
Carta di Fabriano, fine di un’eccellenza italiana
Il messaggio che molti dei dipendenti hanno voluto condividere sui social è stato chiaro: “Fabriano non produce più carta per fotocopie. Si è chiuso l’ennesimo capitolo drammatico di un’eccellenza italiana“. La macchina F3, che ha dato lavoro a centinaia di famiglie, non solo a Fabriano, ma in tutta Italia, è stata il cuore pulsante di una produzione che ha segnato la storia del paese.