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Fabiani: “Che errore cambiare nome a Finmeccanica”

Intrigante intervista di Fabiano Fabiani, ex n.1 di Finmeccanica, al Sole 24 Ore: dalla Rai all’industria pubblica e alla Dc, dalla vendita dell’Alfa Romeo ai rapporti dialettici con Mario Draghi

Fabiani: “Che errore cambiare nome a Finmeccanica”

Non è stata una felice pensata quella di cambiare nome a Finmeccanica in Leonardo e Fabiano Fabiani, indimenticabile numero uno del gruppo aerospaziale e della difesa degli anni Ottanta, non la manda a dire in un intrigante colloquio con Paolo Bricco sul Sole 24 ore di oggi. “E’ stato un errore cambiare il nome in Leonardo dopo i guai giudiziari, per tutti rimane Finmeccanica” sostiene Fabiani e in effetti anche oggi Finmeccanica è più conosciuta con il suo vecchio nome che come Leonardo. Fabiani non ce l’ha con l’attuale Ceo di Leonardo, Alessandro Profumo, anche perchè il cambio del nome fu deciso da Mauro Moretti, ma ci tiene a mettere i punti sulle “i”. Anche se, come è ovvio, la conversazione con Bricco nella fortunata rubrica del Sole “A tavola con” non si esaurisce certo nella disputa sui nomi.

L’Etrusco, come ai tempi d’oro chiamavano Fabiano Fabiani per la sua origine da Tarquinia, spazia dalla Rai, dove cominciò la sua attività fino a diventarne Direttore del TG 1 – i figli ricordano ancora quando fu svegliato nella notte di metà agosto del ’68 nella casa di vacanza a Fregene per allestire in fretta e furia un’edizione speciale per l’invasione dei carri armati russi a Praga – fino a Finmeccanica, di cui era il potentissimo Amministratore delegato, senza nascondere i suoi rapporti con la Dc e soprattutto con Ciriaco De Mita.

C’è tutto un mondo che, nel bene e nel male, è indimenticabile e che Bricco tratteggia benissimo riportando fedelmente il pensiero di Fabiani che oggi – a novant’anni portati splendidamente – si gode la famiglia tra Roma e Capalbio e guarda con serenità e scetticismo ai giorni nostri. Ma curioso è soprattutto il ricordo dei rapporti, amichevoli ma finiti burrascosamente, tra Fabiani e l’allora direttore del Tesoro Mario Draghi e le loro dispute sulle privatizzazioni – che Draghi sollecitava e che invece Fabiani, che coltivava un progetto espansivo, frenava- e sui conti di Finmeccanica.

Ma imperdibile è anche la testimonianza sulla vendita dell’Alfa Romeo alla Fiat. che Fabiani gestì nel 1986. “La finanza d’impresa dell’Alfa – racconta Fabiani – era in grave dissesto. Ford voleva però acquisirla per risanarla ed entrare in Italia. L’Avvocato Agnelli e Cesare Romiti fecero un’offerta finanziaria migliore e la riunione decisiva a New York con i banchieri incaricati di valutare le due offerte durò non più di quindici minuto.” L’Alfa fu venduta alla Fiat che aveva fatto l’offerta migliore ma non è detto, come ha riconosciuto in seguito Sergio Marchionne, che per l’Italia e per la stessa Fiat sia stato un bene. Ma questa ormai è storia.

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