L’extratassa sugli extraprofitti che Intesa Sanpaolo dovrebbe pagare ammonta a 828 milioni ma la banca guidata da Carlo Messina non la pagherà preferendo destinare a riserva un importo moltiplicato per 2,5 e pari cioè a circa 2 miliardi di euro e contribuirà a sostenere iniziative sociali e contro le diseguaglianze per 1,5 miliardi tra il 2023 e il 2027. Dopo Unicredit e Mediobanca, anche la prima banca italiana si sfila dalla sovratassa del Governo Meloni e in alternativa preferisce, come prevede la legge, rafforzare il capitale e moltiplicare le proprie iniziative sociali che saranno illustrate oggi a Brescia.
La decisione, approvata ieri dal Consiglio d’amministrazione, verrà sottoposta all’approvazione dell’assemblea di bilancio. “La nostra attenzione e la nostra sensibilità nei confronti della comunità – ha spiegato il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che oggi illustrare in dettaglio a Brescia tutte le iniziative sociali in programma – non nascono oggi ma sono parte essenziale delle radici del nostro gruppo”