Condividi

Export strumentale da record: il futuro è già in Africa

Nel 2022 le vendite di beni strumentali (+10,7%) hanno registrato un fatturato da 55,4 mld. L’Africa, con il 60% della terra arabile incolta del mondo, offre grandissime opportunità: la produzione agricola subsahariana è cresciuta ad un tasso medio annuo del +4,3%

Export strumentale da record: il futuro è già in Africa

Lo scorso anno l’industria italiana dei beni strumentali ha continuato il proprio sentiero di crescita (+10,7%) con un fatturato estero di 55,4 miliardi di euro. Questo è quanto emerge dai dati elaborati dal Gruppo Federmacchine, superando il risultato del 2018 e registrando così un nuovo primato.

Con riferimento alla distribuzione delle vendite, la quota di fatturato realizzata in Italia si è attestata al 35,7%. Il 27,2% del totale è stato destinato agli altri paesi Ue. L’area comunitaria ha dunque assorbito circa il 63% del fatturato italiano di settore. Segue l’export in America settentrionale (11,1%) e in Asia (9,7%). L’Europa non comunitaria ha acquisito il 7,9% del totale.

Il comparto cresce in tutti i principali mercati

Nel 2022, il comparto è cresciuto in tutti i principali mercati ad esclusione di Cina e Regno Unito. Meglio di tutti, in termini di incremento, hanno fatto Messico e India. Principali mercati di destinazione sono risultati: Usa (4,7 mld, +17,1%), Germania (3,8 mld, +8,6%) e Francia (2,4 mld, +11,9%).

A questo proposito, l’industria italiana dei macchinari agricoli è sempre più trainata dall’export, che rappresenta il 70% del fatturato del settore. La vendita di trattori e macchine agricole all’estero ha raggiunto lo scorso anno i 6,5 mld crescendo di 3,5 punti percentuali rispetto al 2021. Questi diventano 24,5 se si considera il quinquennio 2017/2022 e 37,6 prendendo in considerazione il decennio 2012/2022.

Rotta verso l’Africa

Se fino a poco tempo fa i mezzi agricoli esportati finivano principalmente in Europa e Usa, ora fanno rotta anche verso paesi emergenti come quelli dell’Africa subsahariana dove, dal 2017 al 2022, l’esportazione di trattrici è aumentata del 26%. L’agricoltura africana è ancora quasi tutta da meccanizzare e necessita di investimenti e macchinari per aumentare la produttività: una grandissima opportunità per costruttori e concessionari italiani.

Enorme potenziale da sviluppare

L’Africa ospita il 60% della terra arabile incolta del mondo, un enorme potenziale ancora inutilizzato. Negli ultimi 20 anni, la produzione agricola subsahariana è cresciuta ad un tasso medio annuo del +4,3%, contro un tasso medio globale del +2,75%. oggi molti paesi africani sono autosufficienti o esportatori netti di prodotti agricoli.

In futuro il settore agricolo è destinato a crescere ulteriormente se si considera che l’Africa sarà responsabile di più della metà dell’incremento della popolazione mondiale, come previsto dall’Onu entro il 2050.

Consapevoli delle sfide future e della necessità di migliorare fin da ora il sistema produttivo, i governi aderenti all’Unione Africana hanno accettato di destinare il 10% della spesa pubblica all’agricoltura con la Dichiarazione di Maputo (2003). Sebbene ad oggi solo il Malawi spenda regolarmente il 10% del proprio budget nel settore primario (gli altri si limitano al 2-3%), i firmatari sono comunque aperti a innovare la propria agricoltura anche con investimenti in macchine più moderne provenienti dall’estero.

Il 90% degli agricoltori lavora con la propria forza o con l’uso di animali

L’80-90% degli agricoltori africani esegue ancora le operazioni con la propria forza lavoro o animali da tiro. Soprattutto nell’Africa subsahariana, piccoli agricoltori, donne e giovani coltivano appezzamenti poco estesi usando soluzioni arretrate e facendo spesso i conti con lunghi periodi di siccità. A causa dell’enorme gap tecnologico rispetto agli altri paesi e delle difficili condizioni climatiche, il continente presenta grandissimi margini di sviluppo. Già tra il 2019 e il 2021, il ricorso alla meccanizzazione è stato in crescita con un aumento annuo del 10% delle vendite di trattrici.

Alle imprese sono richieste macchine semplici, facilmente utilizzabili da operatori poco formati. Nei paesi subsahariani sono richiesti soprattutto trattori di bassa e media potenza per la gestione di attrezzi con larghezze ridotte. C’è domanda anche per motocoltivatori e motozappatrici, ideali per la gestione di campi poco estesi e la coltivazione del fonio. Alcuni Stati, come il Senegal, hanno potenziato la produzione risicola e il ricorso all’irrigazione. In questi casi, sono necessarie mietitrebbie e decorticatrici, nonché motopompe e irrigatori a naspo.

Commenta