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Export, se solido è uno dei migliori fattori scaccia-crisi: ecco perché

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A giugno, l’export registra una lieve crescita su base mensile, sostenuta dalle maggiori vendite verso l’area Ue. Su base trimestrale, la dinamica congiunturale è stazionaria. In termini tendenziali, la flessione delle vendite riguarda tutti i settori a esclusione di farmaceutica, chimica e agro-alimentare, e coinvolge quasi tutti i principali partner commerciali.

Le importazioni sono stazionarie su base mensile; la flessione tendenziale, estesa a tutti i settori con poche eccezioni, è per circa un terzo dovuta ai minori acquisti di petrolio greggio e di metalli di base e prodotti in metallo. Ecco allora che nel primo semestre del 2024, il saldo commerciale è positivo per 29,1 miliardi (+9,8 mld nello stesso periodo del 2023).

Export Italia: raggiunti i livelli del Giappone

Tuttavia, le notizie migliori sono dietro l’angolo. Secondo l’analisi del ministero delle Imprese e del Made in Italy, infatti, l’export del Belpaese ha raggiunto quello del Giappone nel primo trimestre del 2024. Nonostante una lieve contrazione del 1,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le vendite hanno raggiunto i 168 miliardi di dollari, posizionandosi al quarto posto nel mondo.

Anche se ai piedi del podio, si tratta di un buon risultato in una congiuntura complicata, con la crisi delle Borse e lo sgonfiamento della “bolla” dell’IA, il rischio di una possibile recessione negli Usa e la stagnazione in Germania.

La Cina guida la classifica mondiale dei mercati esportatori con 807 mld, seguita da Usa con 507 mld e Germania con 436 mld.

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Categories: Economia e Imprese