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Export: Lombardia in testa, seguita da Emilia Romagna e Veneto. Al sud è prima la Campania. Rapporto Sace

FIRSTonline

E’ la Lombardia, con quasi 850mila imprese attive di cui circa 50 mila pmi, la prima regione italiana per export con una quota del 26% sulle vendite totali italiane. Quasi il 37% del Pil della regione è originato dalle esportazioni che nel 2023 hanno raggiunto 163,2 miliardi, con un aumento dello 0,6%, a fronte di una performance nazionale rimasta invariata.

I numeri sono emersi durante l’Open Day Sace, l’iniziativa dedicata alle imprese italiane, lanciata da Sace, guidata dall’amministratore delegato Alessandra Ricci, e organizzata con il patrocinio del Ministero delle imprese e del Made in Italy che ha coinvolto contemporaneamente gli uffici di Roma, Milano, Bologna, Napoli e Venezia. “L’iniziativa dedicata alle imprese italiane” dice Sace in una nota “ha approfondito i contenuti della Where to Export Map sul territorio e ha raccontato l’importanza del ruolo dell’innovazione e della sostenibilità come motore dell’export”. “Confermiamo con orgoglio il nostro ruolo al fianco del tessuto imprenditoriale italiano con questa iniziativa di Open Day delle 5 sedi di SACE, in collegamento da Nord a Sud, volta a promuovere le eccellenze italiane che portano alta la bandiera del Made in Italy all’estero” ha detto Ricci.

Emilia Romagna seconda, Veneto terzo

Nella classifica regionale, il Gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale, al secondo posto rileva l’Emilia-Romagna con una quota del 14% sulle vendite nazionali complessive e con oltre 370 mila imprese attive di cui circa 20 mila pmi. L’internazionalizzazione ha un ruolo chiave per la regione: oltre il 47% del pil è originato dall’export e nel 2023 le esportazioni hanno raggiunto un valore di 85,1 miliardi, grazie a un aumento dell’1,1%.

Il Veneto, con circa 400 mila imprese all’attivo (tra cui 24.687 pmi), è la terza regione per export e l’anno scorso ha esportato beni per un valore di 81,9 miliardi, pari al 13,1% del totale nazionale, con un andamento stabile rispetto all’anno precedente. L’export contribuisce per quasi la metà al pil della regione (45,5%).

Il Lazio punta sulla farmaceutica. La Campania prima al sud

Il rapporto Sace pone poi l’accento sul Lazio e in particolare al settore farmaceutico: con oltre 460 mila imprese attive di cui (circa 19mila pmi), la regione ha esportato nel 2023 beni per un valore pari a 28,7 miliardi. Pur avendo registrato una contrazione dell’11% rispetto all’anno precedente, il Lazio si è confermata la sesta regione italiana per esportazioni con una quota del 4,6% sulle vendite oltreconfine nazionali.

La Campania è la prima per export nel Sud del Paese e la settima a livello nazionale. La regione conta oltre 367 mila imprese attive (di cui circa 16 mila pmi) e, con un valore delle esportazioni pari al 3,5% del totale in Italia. Nel 2023 le vendite oltreconfine di beni campani hanno raggiunto un valore pari a 22,1 miliardi, registrando un aumento del 28,9% rispetto all’anno precedente.

Sorpresa Vietnam

L’incontro è stata anche l’occasione per segnalare alle imprese quali sono i Paesi più interessanti per l’export italiano in una fase di tensione geopolitica: gli Usa, la Spagna, i Paesi del Golfo o l’India che sta investendo sempre di più nel manifatturiero, ha aggiunto il chief economist di Sace, Alessandro Terzulli, come pure, a sorpresa, il Vietnam.

“Continuiamo a stabilire e incrementare quelle connessioni che abbiamo ogni giorno con il mondo delle imprese. Solo attraverso queste connessioni siamo in grado di migliorare noi stessi e incrementare l’impatto che abbiamo sull’economia” ha detto ancora Ricci. “Nel 2023 abbiamo supportato circa 50 mila imprese, 45 mila Pmi, sviluppando 150 miliardi di impieghi. Questo è stato un fattore rilevante per l’economia italiana”.

Sace: dagli investimenti in Intelligenza Artificiale atteso effetto moltiplicatore

L’evento rientra nella SACE For Made in Italy, due settimane di iniziative gratuite nelle quali le imprese coinvolte hanno potuto confrontarsi con i referenti di SACE sul territorio e con gli economisti dell’Ufficio Studi per approfondimenti sull’export regionale e affrontare tematiche legate alla sostenibilità e all’AI.
Secondo l’Ufficio Studi di SACE, un Paese che investe in nuove tecnologie e AI per un terzo dei settori e ne incrementa la produttività del 20%, genera un effetto moltiplicatore su tutta l’economia dell’1,3% annuo per i primi cinque anni e dello 0,6% nei primi dieci. Se si ipotizzasse invece un investimento a tutto campo sull’economia di un Paese l’incremento annuale sarebbe dell’1,5% per circa 10-20 anni.

Nuova polizza per proteggersi dal Rischio Clima

Nell’’Open Day SACE, si è trattato espressamente anche del tema rischi climatici: la crescente esposizione a fenomeni geologici e ambientali estremi sempre più frequenti e l’esigenza delle imprese di assicurarsi contro i danni derivanti. Per questo SACE ha lanciato il nuovo strumento digitale “Protezione Rischio Clima“. La nuova polizza offre alle imprese la possibilità di assicurare terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali contro i danni provocati da calamità naturali ed eventi catastrofali come sismi, alluvioni, esondazioni, inondazioni e franamento.

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