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Export: Lombardia in testa, seguita da Emilia Romagna e Veneto. Al sud è prima la Campania. Rapporto Sace

Il gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ha rilevato che in Lombardia quasi il 26% delle vendite totali nazionali va all’estero, in Emilia Romagna il 14% e in Veneto 13%. Il Lazio, dove l’export è invece in calo, punta sulla farmaceutica. L’effetto moltiplicatore degli investimenti in Intelligenza Artificiale

Export: Lombardia in testa, seguita da Emilia Romagna e Veneto. Al sud è prima la Campania. Rapporto Sace

E’ la Lombardia, con quasi 850mila imprese attive di cui circa 50 mila pmi, la prima regione italiana per export con una quota del 26% sulle vendite totali italiane. Quasi il 37% del Pil della regione è originato dalle esportazioni che nel 2023 hanno raggiunto 163,2 miliardi, con un aumento dello 0,6%, a fronte di una performance nazionale rimasta invariata.

I numeri sono emersi durante l’Open Day Sace, l’iniziativa dedicata alle imprese italiane, lanciata da Sace, guidata dall’amministratore delegato Alessandra Ricci, e organizzata con il patrocinio del Ministero delle imprese e del Made in Italy che ha coinvolto contemporaneamente gli uffici di Roma, Milano, Bologna, Napoli e Venezia. “L’iniziativa dedicata alle imprese italiane” dice Sace in una nota “ha approfondito i contenuti della Where to Export Map sul territorio e ha raccontato l’importanza del ruolo dell’innovazione e della sostenibilità come motore dell’export”. “Confermiamo con orgoglio il nostro ruolo al fianco del tessuto imprenditoriale italiano con questa iniziativa di Open Day delle 5 sedi di SACE, in collegamento da Nord a Sud, volta a promuovere le eccellenze italiane che portano alta la bandiera del Made in Italy all’estero” ha detto Ricci.

Emilia Romagna seconda, Veneto terzo

Nella classifica regionale, il Gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale, al secondo posto rileva l’Emilia-Romagna con una quota del 14% sulle vendite nazionali complessive e con oltre 370 mila imprese attive di cui circa 20 mila pmi. L’internazionalizzazione ha un ruolo chiave per la regione: oltre il 47% del pil è originato dall’export e nel 2023 le esportazioni hanno raggiunto un valore di 85,1 miliardi, grazie a un aumento dell’1,1%.

Il Veneto, con circa 400 mila imprese all’attivo (tra cui 24.687 pmi), è la terza regione per export e l’anno scorso ha esportato beni per un valore di 81,9 miliardi, pari al 13,1% del totale nazionale, con un andamento stabile rispetto all’anno precedente. L’export contribuisce per quasi la metà al pil della regione (45,5%).

Il Lazio punta sulla farmaceutica. La Campania prima al sud

Il rapporto Sace pone poi l’accento sul Lazio e in particolare al settore farmaceutico: con oltre 460 mila imprese attive di cui (circa 19mila pmi), la regione ha esportato nel 2023 beni per un valore pari a 28,7 miliardi. Pur avendo registrato una contrazione dell’11% rispetto all’anno precedente, il Lazio si è confermata la sesta regione italiana per esportazioni con una quota del 4,6% sulle vendite oltreconfine nazionali.

La Campania è la prima per export nel Sud del Paese e la settima a livello nazionale. La regione conta oltre 367 mila imprese attive (di cui circa 16 mila pmi) e, con un valore delle esportazioni pari al 3,5% del totale in Italia. Nel 2023 le vendite oltreconfine di beni campani hanno raggiunto un valore pari a 22,1 miliardi, registrando un aumento del 28,9% rispetto all’anno precedente.

Sorpresa Vietnam

L’incontro è stata anche l’occasione per segnalare alle imprese quali sono i Paesi più interessanti per l’export italiano in una fase di tensione geopolitica: gli Usa, la Spagna, i Paesi del Golfo o l’India che sta investendo sempre di più nel manifatturiero, ha aggiunto il chief economist di Sace, Alessandro Terzulli, come pure, a sorpresa, il Vietnam.

“Continuiamo a stabilire e incrementare quelle connessioni che abbiamo ogni giorno con il mondo delle imprese. Solo attraverso queste connessioni siamo in grado di migliorare noi stessi e incrementare l’impatto che abbiamo sull’economia” ha detto ancora Ricci. “Nel 2023 abbiamo supportato circa 50 mila imprese, 45 mila Pmi, sviluppando 150 miliardi di impieghi. Questo è stato un fattore rilevante per l’economia italiana”.

Sace: dagli investimenti in Intelligenza Artificiale atteso effetto moltiplicatore

L’evento rientra nella SACE For Made in Italy, due settimane di iniziative gratuite nelle quali le imprese coinvolte hanno potuto confrontarsi con i referenti di SACE sul territorio e con gli economisti dell’Ufficio Studi per approfondimenti sull’export regionale e affrontare tematiche legate alla sostenibilità e all’AI.
Secondo l’Ufficio Studi di SACE, un Paese che investe in nuove tecnologie e AI per un terzo dei settori e ne incrementa la produttività del 20%, genera un effetto moltiplicatore su tutta l’economia dell’1,3% annuo per i primi cinque anni e dello 0,6% nei primi dieci. Se si ipotizzasse invece un investimento a tutto campo sull’economia di un Paese l’incremento annuale sarebbe dell’1,5% per circa 10-20 anni.

Nuova polizza per proteggersi dal Rischio Clima

Nell’’Open Day SACE, si è trattato espressamente anche del tema rischi climatici: la crescente esposizione a fenomeni geologici e ambientali estremi sempre più frequenti e l’esigenza delle imprese di assicurarsi contro i danni derivanti. Per questo SACE ha lanciato il nuovo strumento digitale “Protezione Rischio Clima“. La nuova polizza offre alle imprese la possibilità di assicurare terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali contro i danni provocati da calamità naturali ed eventi catastrofali come sismi, alluvioni, esondazioni, inondazioni e franamento.

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