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Export italiano: la regina resta sempre la farmaceutica (+26%)

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Come riferisce la SACE, lo scorso ottobre si è stimata una crescita congiunturale delle esportazioni italiane (+3,1%) e una flessione delle importazioni (-2,3%). Questo aumento dell’export è da ricondurre prevalentemente alla crescita tendenziale delle vendite verso i mercati extra UE (+6,1%) per un valore vicino ai 400 miliardi di euro, in crescita del 2,7% rispetto allo stesso periodo del 2018, dovuta principalmente ai mezzi di navigazione marittima.

Se confrontato con i principali partner europei, soltanto la Francia mostra una dinamica migliore (+4,1%); Germania e Spagna avanzano di circa l’1%, mentre si mantiene stabile l’export del Regno Unito. Tuttavia, la domanda dei Paesi UE è debole, soprattutto in Germania (+0,2%), anche a causa della congiuntura negativa del settore automotivo, altamente integrato con la filiera italiana; in flessione le vendite in Polonia, economia connessa a quella tedesca. Nell’area extra-UE il Made in Italy cresce significativamente (+10-20%) in Giappone, Svizzera e USA. Ottimo andamento anche in Russia; negativo invece in Africa e Cina (-1,4%). Nei mercati Asean è positiva la dinamica dell’export di beni di investimento (macchinari e mezzi di trasporto), nonché dell’agroalimentare.

Per lo scorso ottobre gli analisti confermano un aumento del surplus commerciale di 4,2 miliardi di euro, con un avanzo commerciale di +43 mld nei primi dieci mesi dell’anno. Nello stesso periodo l’indice dei prezzi all’importazione è stimato in crescita dello 0,1% rispetto al mese precedente e in diminuzione del 3,8% in termini tendenziali.

Se guardiamo ai principali raggruppamenti di industrie, le esportazioni di beni di consumo si confermano le più dinamiche (+8,9% nei primi dieci mesi di quest’anno), grazie principalmente ai beni non durevoli (+10,3%). Resta invece più debole la crescita dei beni di consumo durevoli (+2,3%). In recupero le vendite di beni strumentali, che tuttavia restano in territorio negativo (-0,6%), a caussa della debolezza del ciclo degli investimenti a livello globale. Avanza l’export dell’altra manifattura, trainato da gioielli e dispositivi medici. Il top performer resta sempre la farmaceutica (+26,2%), mentre si segnalano risultati positivi anche per il comparto moda (+6,2%).

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Categories: Economia e Imprese