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Export e imprese: la mappa dei rischi 2018 di Sace

Negli scambi internazionali bisogna evitare di trascurare i fattori di rischio latenti che, secondo Sace, sono tre.

Export e imprese: la mappa dei rischi 2018 di Sace

La crescita globale si è rafforzata nel 2017, finalmente. Non solo è stata più intensa del previsto, ma ha anche coinvolto numerose geografie. Paesi che rappresentano circa tre quarti del Pil mondiale hanno offerto un contributo positivo a questa ripresa.

Il miglioramento congiunturale si è riflesso sugli scambi internazionali,con benefici significativi sull’export di molti paesi, in modo particolare per l’Italia. E’ quanto emerge dalla mappa dei rischi 2018 pubblicata da Sace.

Nel corso del 2017 si è diffuso però un senso di déjà vu rispetto al 2007. Crescita robusta, inflazione sotto controllo, condizioni finanziarie favorevoli grazie a politiche monetarie accomodanti, bassa volatilità dei mercati e ”inversione”, anche se timida, del ciclo delle commodity ricordano il cosiddetto scenario da Goldilocks economy.

Sace mappa dei rischi 2018
Sace

Cosa rischia di sfuggirci, quindi? Bisogna evitare di trascurare i fattori di rischio latenti, che sono, secondo l’analisi effettuata da Sace, tre.

In primo luogo l’indebitamento: il tanto auspicato processo di deleveraging non si è, difatti, ancora messo in moto e in alcuni Paesi il settore corporate risente di elevati livelli di leverage.

In secondo luogo, la ripresa dei prezzi delle commodity che ha un impatto sui conti pubblici dei Paesi che esportanomaterie prime. La Mappa dei Rischi 2018 mostra infatti un’attenuazione del profilo di rischio di diversi emergenti fortemente dipendenti dalle commodity (Arabia Saudita, Russia, Brasile, Argentina), con alcune eccezioni (Mongolia, Venezuela, Libia).

Il terzo elemento su cui porre attenzione sono i rischi politici: si vedono meno ma fanno male. In particolare Il rischio di instabilità e violenza politica è l’unica fattispecie di rischio che, in media, nel 2017 ha registrato un peggioramento a livello globale. Si nota un incremento di tale tipologia di rischio in Paesi considerati “insospettabili”, che registrano crescenti episodi di violenza politica ma che storicamente non sono considerati come aree a elevato rischio. Alcuni esempi: Filippine, India, alcuni Paesi “Stan” e dei Balcani.

Rimangono comunque attuali i ritardi o le interruzioni nei flussi di pagamento da aziende clienti o istituzioni di varia natura, così come l’impatto di eventi politici inattesi sui contratti commerciali, che possono compromettere l’attività delle imprese. Rischi che è possibile mitigare attraverso appositi strumenti finanziari e assicurativi, advisory, recupero crediti e un accesso tempestivo a informazioni e analisi specifiche.

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