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Export: farmaceutica, moda e meccanica trainano il made in Italy

Il valore delle esportazioni nei primi cinque mesi 2019 è aumentato del 4%, seguito da un lieve calo a giugno (-0,9%) compensato dall’aumento dei valori medi unitari (+3,6%). Se il cosiddetto “effetto scorte” pre-Brexit continua a sostenere le vendite verso Londra (+12,1%), le migliori opportunità arrivano da Giappone (+17,3%), Svizzera (+14,9%), USA (+8,1%) e India (+5,1%).

Export: farmaceutica, moda e meccanica trainano il made in Italy

Gli aggiornamenti delle rilevazioni della SACE ci mostrano come a maggio l’export italiano di beni abbia compiuto un forte avanzamento (+8% rispetto allo stesso mese del 2018), grazie soprattutto al contributo dei comparti farmaceutico e pelletteria: il valore delle esportazioni Made in Italy nel corso dei primi cinque mesi dall’anno è così aumentato del 4%, una performance migliore rispetto a quella di Germania e Spagna (entrambi in crescita del 2% circa). Tuttavia a giugno le esportazioni hanno registrato una contrazione (-3,5% rispetto all’anno scorso), principalmente a causa della flessione delle vendite di beni strumentali, in particolare mezzi di trasporto. Tuttavia, il lieve calo dei volumi esportati (-0,9%) è stato più che compensato dall’aumento dei valori medi unitari (+3,6%).

Nell’area UE, il cosiddetto “effetto scorte” pre-Brexit continua a sostenere le vendite verso Londra (+12,1%). Avanza anche la Germania (+2,7%), in contrazione invece Polonia e Francia, dove pesa il calo dell’export dei mezzi di trasporto. Nell’area extra-UE, i migliori partner commerciali sono Svizzera (+14,9%), USA (+8,1%) e India (+5,1%), mentre si mantengono stabili in Cina (+0,3%) e Russia (+0,4%). Ottimo risultato anche in Africa Subsahariana (+6,2%), mentre continua la discesa nei Paesi Opec (-10,5%).

Allo stesso tempo, le vendite verso il Giappone continuano a viaggiare a ritmi sostenuti (+17,3% nel semestre e +27,9% nel solo giugno): gli effetti dell’accordo di partenariato commerciale tra l’UE e il Paese asiatico (entrato in vigore l’1 febbraio 2019) sembrano iniziare a manifestarsi in maniera evidente. L’India continua a garantire ottime occasioni di business ai nostri esportatori (+7,9%): la dinamica positiva è piuttosto generalizzata a livello settoriale, con in testa metalli, meccanica strumentale e farmaceutica. Quest’ultimo settore, insieme ai comparti della moda e del food, stanno trainando le vendite dirette al mercato transalpino. È invece in calo l’export verso il Mercosur (-7,5%), a testimonianza della debole congiuntura nei due principali mercati della regione (Argentina e Brasile).

I beni di consumo continuano a sostenere le vendite Made in Italy all’estero (+10%,), grazie in particolare ai beni non durevoli (+11,9%), che includono il comparto della farmaceutica. È stato invece più contenuto l’incremento delle esportazioni dei beni di consumo durevoli (+2%). Pur rimanendo il raggruppamento con la dinamica più lenta (con l’eccezione della meccanica strumentale), l’export dei beni strumentali si attesta al +0,8% nei primi cinque mesi dell’anno, con l’andamento registrato a maggio particolarmente positivo (+3% in termini tendenziali). L’export dei beni intermedi infine, avanza del 2,5%.

Molto buono l’andamento del comparto moda, grazie in particolare al contributo dell’export di abbigliamento e pelli e accessori. L’export di tessile e abbigliamento (+8,4%) resta sostenuto principalmente dai Paesi extra-UE: Svizzera (soprattutto per quanto riguarda gli articoli in pelle), Cina, Giappone e USA. Questi ultimi, con un +16,8%, stanno trainando anche le vendite

della meccanica strumentale (+2,5%); avanzano a ritmi elevati anche Russia, India e Paesi Asean. Le vendite di mobili sono invece sostanzialmente stabili ma con significative eccezioni in mercati asiatici dove il design Made in Italy è ben apprezzato (Cina, Giappone e India). La farmaceutica, infine, si conferma il miglior settore (+27%) con un andamento positivo generalizzato e picchi in Russia e USA. Questi ultimi trainano anche le vendite di alimentari e bevande (+6,9% nel complesso), insieme al Giappone.

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