Corsa contro il tempo per il salvataggio di Euromilano, la società immobiliare a cui fanno capo i terreni adiacenti all’Expo e partecipata da Intesa Sanpaolo (43%), Unipol (15%), cooperative (25%) e dalla Canova di Marco Brunelli (supermercati Finper, con il 17%). I debiti sono ormai arrivati a 360 milioni (257 milioni banche, di cui 177 milioni in scadenza entro l’anno, e 103 milioni verso fornitori) a fronte di attivi per 395 milioni.
I soci, secondo quanto ricostruito da Radiocor, dopo aver archiviato un bilancio 2013 chiuso con una perdita salita a 42,6 milioni (dal rosso di 11,3 milioni) non sono disponibili a iniettare nuove risorse e la proposta di un aumento di capitale da 10 milioni di euro avanzata dal cda è stata respinta. Intesa Sanpaolo ha accettato di convertire parte del debito (60 milioni) in strumenti partecipativi, ma non vuole apportare nuovo equity anche perchè ha già il 43,43% della società.
Gli altri soci hanno chiuso i rubinetti e, potendo, sarebbero pronti a farsi da parte. Un possibile partner c’era, ma la sua proposta è stata bocciata a fine anno, e adesso se ne cerca un altro. A questo punto resta la strada delle cessioni per cercare un po’ di ossigeno. Nel 2013 una parte dell’area di Cascina Merlata – adiacente ai terreni Expo – è finita in un fondo di social housing che realizzerà le residenze per il personale che lavorerà all’Expo durante l’evento (raccolti 63 milioni fra Cassa Ragionieri e Cdp) e adesso si punta a vendere lo spazio destinato ad accogliere un centro commerciale da 60mila mq.
Euromilano, secondo indiscrezioni, è in trattativa con il gruppo francese Scc della famiglia ungherese De Balkany attiva in Italia con quattro strutture, ma il fallimento della cooperativa di costruzione Cesi di Imola (comproprietaria dell’area) complica una transazione che vale circa 70 milioni. Una soluzione andrà trovata anche per l’area dell’ex Alfa Romeo di Arese che rappresenta l’altro grande asset di Euromilano e sui cui si è aperta una faida interna con l’azionista Brunelli.