Il Gruppo Fs porta la sua tecnologia all’Expo di Dubai. In occasione dell’evento internazionale New technologies for safe and sustainable infrastructures, Rete Ferroviaria Italiana e Italferr (aziende del Gruppo Fs) nel corso di due panel organizzati per discutere sulle prossime sfide della mobilità ferroviaria e dello sviluppo di infrastrutture sostenibili, resilienti, interconnesse e accessibili in linea con i fondi europei del Pnrr.
Al centro dei due incontri il nuovo treno diagnostico ad alta velocità Diamante 2.0, e l’ERTMS Urban, l’innovativo sistema tecnologico volto a migliorare la circolazione dei treni e aumentarne la frequenza nei nodi metropolitani.
“Oggi, anche grazie alle risorse del Pnrr, stiamo realizzando le infrastrutture del domani, che uniranno ancora di più l’Italia e garantiranno la nuova mobilità del Paese. Ad Expo 2020 però non presentiamo quelle che saranno le infrastrutture del futuro ma parliamo del futuro delle infrastrutture esistenti”, ha sottolineato Vera Fiorani, amministratore delegato di Rfi.
“Le infrastrutture di domani dovranno essere digitali, resilienti, resistenti ai cambiamenti climatici, sostenibili sin dalla fase di progettazione”, ha aggiunto Andrea Nardinocchi, amministratore delegato di Italferr.
A Expo 2020 la tecnologia del Gruppo Fs: il treno Diamante 2.0
È il nuovo treno di Rfi “capace di monitorare contemporaneamente oltre 500 parametri e verificare in tempo reale lo stato di salute dell’infrastruttura a 300 chilometri orari, già in questi giorni in circolazione sui binari italiani”, ha detto Fiorani.
In occasione dell’evento di Dubai, il nuovo treno è stato presentato per la prima volta in modalità virtuale: grazie all’utilizzo della realtà aumentata sarà possibile salire a bordo e scoprire tutte le sue caratteristiche dalla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’infrastruttura ferroviaria all’attività di diagnostica predittiva che consente di intervenire in anticipo, prima che si presenti un guasto o un’anomalia.
Diamante 2.0 è un convoglio Frecciarossa composto da 8 carrozze e due locomotive dove, al posto dei sedili per i viaggiatori, sono installati veri e propri laboratori. A bordo sono installate 98 telecamere e oltre 200 sensori posti sull’imperiale, nel sotto cassa e sui carrelli in prossimità alle ruote per monitorare dati e valori finalizzati ad analizzare le condizioni dell’infrastruttura ferroviaria come, ad esempio, la geometria e l’usura del binario, l’interazione tra la ruota e la rotaia, la qualità di captazione dell’energia dalla linea aerea di alimentazione, il segnalamento, le telecomunicazioni.
Il nuovo treno fa parte di un piano di rinnovo della attuale flotta, che prevede la graduale dismissione dei veicoli che hanno raggiunto il termine della vita utile e la conseguente messa in servizio di nuovi ed innovativi veicoli diagnostici, in linea con le politiche e gli obiettivi della missione 3 del Pnrr, finalizzati ad aumentare sicurezza, capacità e capillarità del sistema ferroviario, e qualità del servizio offerto. L’importo investito è stato di 22,7 mln nel settore tecnologico e 16,2 mln per il materiale rotabile, per un totale complessivo di 38,9 mln.
Il sistema tecnologico ERTMS Urban
Nel corso dell’evento negli Emirati ha fatto il suo esordio anche la versione ERTMS Livello 2 Urban sviluppata da Rete Ferroviaria Italiana, sistema che permetterà “di raddoppiare il numero dei treni in circolazione nei nodi urbani”, ha sottolineato l’ad Fiorani.
Nel dettaglio, questa tecnologia, implementata sia a terra che a bordo, aumenta la capacità dell’infrastruttura ferroviaria esistente, per una maggiore regolarità e frequenza nella circolazione ferroviaria dei nodi, evitando interventi impattanti dal punto di vista economico e urbanistico, con benefici per il tutto il Trasporto Pubblico Locale.
I primi nodi urbani ad essere attrezzati saranno Firenze, Roma e Milano con il contestuale adeguamento del materiale rotabile. In futuro i suoi principi funzionali potranno essere applicati anche al nuovo contesto di ERTMS “stand alone” per il quale sono stati stipulati i primi Accordi Quadro nel rispetto di quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (finanziamento di 2,97 miliardi di euro per l’installazione di ERTMS/ETCS su 3.400 chilometri di rete entro il 2026).