Mancano 12 giorni alla inaugurazione dell’Expo 2015 di Milano dedicata al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” (1° maggio – 31 ottobre). I lavori proseguono senza sosta. Fiato sospeso proprio per il completamento in tempo per la inaugurazione del 1° maggio del padiglione Italia, il più grande dell’Expo e bandiera del Paese ospitante. E preoccupazioni per il completamento delle scenografie disegnate dal premio Oscar Dante Ferretti che decorano il corso principale (il decumano): se non saranno realizzate esattamente come le ha progettate, il maestro minaccia di ritirare la firma e chiedere i danni. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia a l’amministratore di Expo Giuseppe Sala sono comunque ottimisti: “Ce la faremo”. Scontati il ritardo nel completamento dei padiglioni della Russia e del Nepal e la probabile rinuncia della Turchia. Proseguiamo il nostro tour virtuale che abbiamo avviato su First on line il 19 febbraio scorso con la visita ai padiglioni di Italia, Stati Uniti, Russia e Giappone.
ITALIA
Due sono le aree della presenza italiana a Expo Milano 2015: il Cardo, uno degli assi, il più corto, su cui è strutturata l’area di Expo, e Palazzo Italia. Il viale del Cardo, largo 35 metri e lungo 325, ospita numerose attività espositive e istituzionali. Il Palazzo Italia, che si affaccia sulla piazza d’Acqua, è il luogo di rappresentanza dello Stato e del Governo. Il Commissario generale per il Padiglione Italia è Diana Bracco, l’ideatore del concept è il direttore creativo Marco Balich. Il raggruppamento costituito da Nemesi & Partners S.r.l., Proger S.p.A., BMS Progetti S.r.l. e Ing. De Santoli si è aggiudicato il concorso internazionale con un progetto basato sui concetti di trasparenza, energia, acqua, natura e tecnologia. Il Padiglione Italia vuole rappresentare una sintesi delle eccellenze italiane, del saper fare, del made in Italy. Tre le idee chiave: il vivaio, metafora di uno spazio che aiuta progetti e talenti a germogliare; l’albero, simbolo vitale intorno a cui disporre tutti i contenuti; le radici che collegano tra loro le diverse zone, in particolar modo quelle dedicate alle Regioni.
L’architettura rappresenta una ramificata foresta urbana in cui i visitatori possono immergersi. I quattro blocchi delimitano la grande piazza centrale punto di partenza del percorso espositivo. I visitatori attraversano i quattro livelli dell’area espositiva fino a raggiungere la terrazza panoramica, e da qui ridiscendono attraverso un diverso itinerario fino alla piazza centrale. Il cemento prodotto da Italcementi ha proprietà fotocatalitiche: a contatto con la luce del sole cattura gli inquinanti presenti nell’aria e li converte in sali inerti, e la malta utilizza per l’80% aggregati riciclati. Palazzo Italia è destinato a rimanere anche nel periodo successivo alla manifestazione con una destinazione ancora compiutamente da definire.
Anche Confindustria partecipa al Padiglione Italia con la mostra Fab Food che vuole sottolineare il ruolo della ricerca e dell’innovazione, insieme a un’industria capace di rendere accessibili a tutti le innovazioni generate dal mondo scientifico, come risposta al tema proposto da Expo “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
STATI UNITI
Gli Stati Uniti partecipano ad Expo 2015 proponendo il tema “American Food 2.0: Uniti per nutrire il Pianeta”. Il Padiglione racconta la storia del cibo americano attraverso temi che includono la sicurezza alimentare e la politica, le relazioni internazionali, la scienza e la tecnologia, la nutrizione e la salute, oltre alla cultura culinaria. Progettato dall’architetto James Biber, racconta la ricca storia agricola dell’America con una struttura aperta delimitata da una grande zona agricola verticale da cui si otterrà un raccolto tutti i giorni. L’edificio, completamente sostenibile, dispone di una passerella in legno recuperato che proviene dal lungomare di Coney Island, di una gigantesca video-installazione, di aree espositive interattive, di una terrazza panoramica, di spazi per VIP e per la vendita al dettaglio. Il design del Padiglione è del Thinc Design, lo chef Grant MacPherson è direttore della gastronomia.
RUSSIA
Strettamente legato ai più moderni concetti di architettura green, il padiglione russo, ideato dagli architetti Sergei Tchoban, Alexei Ilin e Marina Kuznetskaya, si estende su 4.000 metri quadrati. E’ stato concepito con l’idea di dare continuità agli stili architettonici del passato, rivisti e sviluppati in chiave moderna. La delegazione russa porterà a Milano tutta la tradizione culinaria dell’est: cuochi professionisti, giornalisti, blogger racconteranno la tavola russa: origini, storia, evoluzione. “Vogliamo dimostrare che la Russia non è solo sinonimo di vodka, matrioshke e kalashnikov”, ha detto Sergej Eroshenko, ambasciatore dell’Expo e capocuoco del ristornare Chestnaya kukhnya (La cucina onesta). Oltre ai prodotti tipici della cultura enogastronomica russa, dal tè al caviale, dalla vodka ai bliny, saranno presenti aziende e rappresentanze regionali, che organizzeranno convegni, seminari e tavole rotonde sul tema dell’alimentazione.
GIAPPONE
Il Padiglione del Giappone, si sviluppa su uno spazio espositivo di 4.170 metri quadri. E’ stato disegnato dallo studio Ishimoto e vuole raccontare la ricchezza e il sincretismo della cultura del Paese. Per rappresentare la fusione tra tradizione e modernità, rispetto dell’ambiente e perfezione estetica, si è scelto di proporre un Padiglione con un’ampia entrata e uno sviluppo in lunghezza, come una delle case tradizionali di Kyoto. Oltre a materiali naturali come bambù e legno, non mancano tecnologie informatiche e sistemi per il risparmio energetico.
Eventi e installazioni che richiamano i cinque sensi faranno sperimentare al visitatore la cultura alimentare giapponese. Le parole chiave dell’intervento giapponese sono due: salute ed edutainment, ossia educare divertendo. I piatti tipici a base di riso, pesce crudo e verdure sono proposti come modello alimentare bilanciato, in antitesi agli eccessi che provocano l’obesità per un miliardo di persone al mondo, mentre i progetti per le scuole sono studiati per diffondere i concetti tradizionali della condivisione e l’abolizione degli sprechi.