“Non ho nessuna cattiva notizia da darvi”. Comincia così la presentazione di Sergio Marchionne dei conti Fiat Chrysler agli analisti radunati a Londra per ascoltare l’affondo del ceo che non lesina mai sorprese ed emozioni. E che stavolta è senz’altro di buonumore, visti i risultati. Grazie anche al boom della valuta Usa i ricavi in euro di Fiat Chrysler avanzano nel secondo trimestre del 25%, contro il 10% al netto dell’effetto cambi. Ma questa notazione nulla toglie al risultato record del gruppo capitanato da Sergio Marchionne.
L’area Nafta, che, secondo alcuni analisti, doveva essere l’anello debole del gruppo. Al contrario, grazie ad un exploit formidabile, il gruppo ha chiuso ieri in bellezza, con numeri eccezionali, una settimana agitata: l’annuncio dell’Ipo di Ferrari (l’utile intanto è passato da 105 a 124 milioni, confermata la quotazione entro il 2015), la multa di 105 milioni inflitta dall’ente per la sicurezza stradale Usa, il ritiro delle auto “hackerate” e, tanto per non negari nella, anche la minaccia di una class action in arrivo dal Canada. Tutto questo passa in secondo piano di fronte ai numeri approvati a Londra dal board del gruppo Torino-Detroit, che hanno elettrizzato Piazza Affari dove il titolo è salito di oltre il 5% fino a sfiorare di nuovo il livello dei 14 euro:
1) Fatturato di 29,2 miliardi di euro (+25% rispetto ai 23,3 miliardi del 2014) per un utile operativo di 1,348 miliardi (contro 961). Per l’intero 2015 la previsione del fatturato sale a oltre 110 miliardi (contro 108). L’ebit rettificato è previsto a 4,5 miliardi (4,1-4,5 la stima precedente).
2) L’utile netto è più che raddoppiato a 450 milioni. Invariata la previsione: 1-1,2 miliardi.
3) L’indebitamento netto è sceso a 8 miliardi (da 8,6). Tra 7,5 e 8 miliardi la previsione a fine anno.
4) Limato al ribasso l’obiettivo delle vendite: 4,8 milioni di “pezzi” (contro il precedente 4,8-5 milioni).
5) Non è prevista “nell’immediato” la cessione di Magneti Marelli. “Non è escluso – ha detto Marchionne – che nei prossimi mesi possano emergere progetti per cedere Magneti Marelli, ma non esistono piani immediati. L’azienda dà un contributo importante al gruppo e quindi lavoriamo per svilupparla. Sta facendo un lavoro formidabile”.
A trainare i conti è stato soprattutto il mercato del Nord America dove, a fronte di ricavi per 17,2 miliardi (con un margine del 7,7% contro il 4,4% precedente, assai più vicino a quello di Gm e Ford tra il 10 e l’11% ) , l’Ebit è più che raddoppiato a 1,3 miliardi(contro 595 milioni). Bene anche l’Europa: giro d’affari +18%, torna un seppur modesto utile (57 milioni) dopo il pareggio dello scorso anno ed il profondo rosso degli ultimi anni. Soffre il Sd America, già serbatoio d’ossigeno negli anni bui: fatturato -15%, perdite per 79 milioni. Frena anche l’Asia (profitti per 47 milioni contro 110 milioni) ma è ben poca cosa se si pensa ai guai dei rivali tedeschi. Ieri Volkswagen ha dovuto rivedere al ribasso le stime per il 2015, vista la crisi della domanda cinese. In questa cornice l’aumento dei target di Fiat Chrysler vale senz’altro una soddisfazione doppia per Marchionne e John Philipp Elkann.