Exor, società d’investimento controllata dalla famiglia Agnelli, ha chiuso il primo trimestre del 2016 con un utile consolidato pari a 201,1 milioni a fronte del 40,6 dello stesso periodo 2015.
In base a quanto comunicato dall’azienda, il cui cda si è riunito sotto la presidenza di John Elkann, Il sostanziale miglioramento dell’utile (+160,5 milioni di euro) si deve all’aumento della quota nel risultato delle partecipate per 157,9 milioni (47,1 dal primo consolidamento di PartnerRe), ai dividendi incassati da PartnerRe prima dell’acquisizione per 16,1 milioni e alle plusvalenze sulle cessioni di partecipazioni per 25 milioni. Voci che sono state parzialmente compensate dall’incremento degli oneri finanziari netti sull’indebitamento per 14,7 milioni e degli oneri non ricorrenti legati all’acquisizione di PartnerRe per 33,5 milioni.
Nei primi tre mesi dell’anno in corso il saldo della posizione finanziaria netta consolidata è negativo per 4,2 miliardi. La variazione negativa è di 5,5 miliardi rispetto al saldo positivo di 1,3 miliardi di fine 2015, principalmente per l’esborso sostenuto per l’acquisizione di PartnerRe per 5,4 miliardi.
Infine, nello stesso periodo di riferimento, Expor ha registrato un calo del 7,2% del Nav (Net asset value) a circa 12,4 miliardi di dollari rispetto a fine dicembre 2015. Per il 2016 Exor ha ribadito le attese di “un risultato positivo”.
Dopo la pubblicazione dei conti, il titolo su Piazza Affari cede lo 0,19% riducendo parte delle perdite poste in essere nella mattinata.