Balza l’utile netto di Exor, la holding della famiglia Agnelli quotata a Piazza Affari. Nel primo semestre dell’anno ha registrato profitti consolidati a 219,3 milioni, più che triplicando il risultato di un anno prima di 57,4 milioni. Il Nav (net asset value) è aumentato del 26,7% a quasi 12,9 miliardi rispetto alla fine dello scorso dicembre. La posizione finanziaria netta della società allo scorso giugno era positiva per 132,8 milioni, in calo di 429,7 milioni rispetto alla fine del 2014.
Nella nota di presentazione della semestrale, il balzo dell’utile è spiegato con “le maggiori plusvalenze realizzate nel periodo su cessioni di partecipazioni (63,8 milioni), rispetto alla svalutazione di Sequana (26,9 milioni) e alla minusvalenza sulla cessione residua di Alpitour (10,4 milioni) contabilizzate nel primo semestre 2014, l’incremento della quota nel risultato delle partecipate per 90,9 milioni, maggiori dividendi incassati per 3,4 milioni, parzialmente compensata dall’incremento degli oneri finanziari netti per 23,4 milioni e di altri oneri non ricorrenti per 3,4 milioni, nonchè da altre variazioni nette negative per 6,7 milioni”. Dalle tabelle allegate emerge che la quota di Exor dell’utile di Fca, tra giugno 2014 e 2015, è migliorata di 136,4 milioni, quella di Cnh è scesa di 59,6 milioni. Bene la Juve, che risale di 13,6 milioni.
A metà pomeriggio, in una giornata complicata per Piazza Affari, il titolo Exor perde l’1,68% a 41,07 euro.