Il gruppo Exor ha chiuso l’esercizio 2014 con un utile consolidato che si riduce a 323,1 milioni (2.084,5 milioni nell’esercizio precedente), ma il dividendo sale a 0,35 euro per azione. La variazione negativa dell’utile, pari a 1.761,4 milioni, deriva principalmente – secondo quanto spiega la stessa finanziaria della famiglia Agnelli in un comunicato – dalle minori plusvalenze realizzate nell’esercizio per 1.565,1 milioni, dal decremento della quota nel risultato delle partecipate per 128,9 milioni, dai minori dividendi incassati per 56,8 milioni, e dall’incremento degli oneri finanziari netti per 11,8 milioni.
In particolare, nel 2013, Exor aveva realizzato una plusvalenza netta di 1.534 milioni a seguito della cessione dell’intera partecipazione Sgs, dalla quale aveva inoltre incassato dividendi per 55,7 milioni. Il consiglio di amministrazione ha comunque proposto all’assemblea ordinaria degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 0,35 euro, in crescita rispetto agli 0,335 euro nel 2014. A livello consolidato l’esercizio 2015 dovrebbe evidenziare “risultati economici positivi che, peraltro, dipenderanno in larga misura dall’andamento delle principali società partecipate”, sottolinea la società.
Tornando ai conti al 31 dicembre 2014, il patrimonio netto consolidato ammonta a 7.995 milioni ed evidenzia un incremento netto di 1.047,6 milioni rispetto al dato di fine 2013, pari a 6.947,4 milioni. Al 31 dicembre 2014 il Net Asset Value è pari a 10.164 milioni ed evidenzia un incremento di 1.312 milioni (+14,8%) rispetto al dato di 8.852 milioni al 31 dicembre 2013.
Al 31 dicembre 2014 il saldo della posizione finanziaria netta consolidata del Sistema Holdings è positivo per 563 milioni ed evidenzia una variazione negativa di 718,2 milioni rispetto al saldo positivo di 1.281,2 milioni registrato a fine 2013, determinata principalmente dalla sottoscrizione del prestito obbligazionario a conversione obbligatoria emesso da Fca (711,2 milioni).
Il consiglio di amministrazione di Exor, “nell’ambito della strategia già intrapresa di allungamento del proprio debito, e al fine di dotarsi di nuove disponibilità finanziarie per il perseguimento delle proprie attività”, ha anche deliberato la possibilità di emettere entro il 31 marzo 2016 uno o più prestiti obbligazionari, per un importo complessivo non superiore a 3 miliardi, o equivalente in altra divisa, da collocare presso investitori istituzionali in forma pubblica, o direttamente in forma di collocamenti privati.
Dopo l’approvazione dei conti, il titolo Exor a metà pomeriggio è fermo sulla parità a Piazza Affari, dove guadagna lo 0,16% a 43,28 euro per azione.