I listini europei chiudono poco mossi e in ordine sparso una seduta dal sapore già prefestivo. Milano è piatta, -0,1%, 23.628 punti e anche Fiat (+0,04%) resta al palo, dopo il via libera all’accordo di fusione con Peugeot (+1,36% a Parigi).
Nel resto d’Europa la peggiore è Francoforte -0,51%, nonostante arrivi qualche segnale positivo per l’industria manifatturiera tedesca, con l’indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese, salito a dicembre a 96,3 punti dai 95,1 del mese precedente e ben oltre le attese (95,5). È debole Parigi -0,15%; incolore Madrid +0,04%; positiva Londra +0,24%.
Wall Street mantiene la barra dritta: é partita con il piede giusto e potrebbe chiudere la sesta seduta di fila a livelli record. Gli investitori restano cautamente ottimisti dopo la tregua commerciale Usa-Cina e guardano con apparente tranquillità al voto odierno alla Camera a favore del processo di impeachment contro il presidente Donald Trump, tanto più che questo sbocco sembra improbabile al Senato a maggioranza repubblicana. L’interessato, mentre si intesta i successi della Borsa di New York, punta il dito contro i suoi avversari: “Sarò messo sotto accusa dalla sinistra radicale, e dai fannulloni democratici e non ho fatto niente! Una cosa terribile. Leggete le trascrizioni. Questo non dovrebbe mai più succedere a un altro presidente”.
Le materie prime scambiano poco lontano dai livelli della chiusura di ieri: l’oro si muove a cavallo dei 1480 dollari l’oncia; il petrolio consolida i recenti guadagni, con il Brent a 66,09 dollari al barile.
Nel mercato valutario l’euro cala sul dollaro, muovendosi intorno a 1,112 (-0,25%) e si apprezza invece ulteriormente contro la sterlina, con il cross a 0,8508 (+0,22%). La divisa britannica paga lo scotto delle intransigenze di Boris Johnson sulla Brexit.
Nell’obbligazionario si alza un po’ lo spread fra decennale italiano e tedesco, in un mercato piuttosto sottile: 156 punti base (+0,31%); il rendimento del Btp 10 anni cresce a 1,31%.
Gli spunti più interessanti in Piazza Affari vengono da Fiat, anche se il Lingotto alla fine non compie grandi balzi. Il titolo, scrive Reuters, si adegua alle modifiche delle condizioni dell’accordo con Psa, che, secondo un trader, valgono un 2% circa in termini di valutazione, a sfavore di Fca. Tra gli elementi, la cessione di Comau che sarà realizzata dopo la chiusura dell’accordo di fusione. Per queste nozze esultano in ogni caso gli azionisti a partire da Lapo Elkann, il quale, in un tweet, paragona il fratello John Elkann e Carlor Tavares, che rispettivamente andranno a ricoprire le cariche di presidente del cda e ceo della nuova società, a Batman e al suo aiutante Robin. D’altra parte festeggia Exor, +0,77%, cassaforte degli Agnelli, che incasserà una cedola super da 1,6 miliardi di euro (dei 6,6 miliardi totali previsti per i soci Fca), che equivale a quasi il 60% dei dividendi intascati negli ultimi dieci anni dalle partecipate Fca, Ferrari, Cnh e più recentemente Partner Re.
Regina del listino è Poste +1,28% seguita da Eni +0,85%. Bene alcune banche come Bper +0,51% e Unicredit +0,44%.
Gli acquisti premiano Campari +0,74% eTelecom +0,63%. %. Enel cede lo 0,4% dopo aver superato in seduta, per la prima volta, i 71 miliardi di euro di capitalizzazione. In negativo Nexi -2,13%; Stm -1,64%; A2a -1,19%; Prysmian -1,02%.
Fuori dal club delle blue chip, Mediaset cede l’1,04%, nel giorno in cui l’avvocato generale della Corte Ue dà ragione a Vivendi sulla possibilità di detenere il 28% del Biscione.
Cattolica Assicurazioni perde lo 0,41%, mentre, scrivono le agenzie di stampa, la Guardia di Finanza si è recata nel quartier generale della società e ha acquisito documenti relativi alla revoca delle deleghe dell’ex ad Alberto Minali lo scorso ottobre, vicenda su cui la Consob ha acceso un faro.
Fra i titoli minori la super star da qualche giorno è Mondo Tv, +10,89%, che ha cominciato a salire dopo che Giuliana Bertozzi, già azionista di maggioranza relativa, ha acquistato ulteriori azioni salendo al 20,03%.